Garlasco, chiesti 30 anni per Alberto Stasi

Alberto Stasi
Alberto Stasi (screenshot Youtube)

 

Avrebbe “sistematicamente” cercato di ostacolare le indagini con omissioni che vanno al di là del diritto di difesa concesso a un imputato: anche per questo motivo, nel processo d’Appello bis sul delitto di Garlasco, la pubblica accusa, rappresentata dal sostituto pg di Milano Laura Barbaini, ha chiesto una condanna a trent’anni nei confronti di Alberto Stasi, unico imputato per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007.

Facendo quindi riferimento alla camminata di Stasi sui due gradini della scala della villetta dei Poggi, il pg ha affermato come “in tanti anni di attività non si era mai verificato che due sentenze avessero escluso” un accertamento “così importante”. Quindi la Barbaini ha affermato decisa, facendo particolare riferimento alla posizione del coro senza vita di Chiara Poggi: “Stasi riferisce dei particolari che solo l’assassino poteva sapere”.

Sottolinea il pg: “Stasi, interrogato 15 agosto e interccettato il 17 agosto al comando della compagnia di Vigevano, mentre parla con le cugine Cappa, descrive il viso  di Chiara bianco quando invece era insanguinato con i capelli raggrumati”. Quindi, il 22 agosto rende dichiarazioni spontanee in cui spiega che quanto affermato in precedenza derivava dall’agitazione del momento.

Prossima tappa del processo, le requisitorie degli avvocati di parte civile, previste giovedì 27 novembre. La sentenza del processo dovrebbe arrivare il 17 dicembre.

 

GM