Regionali, Fitto: “Astensione colpisce soprattutto FI”

Raffaele Fitto con Berlusconi (AFP PHOTO/ ANDREAS- Getty Images)
Raffaele Fitto con Berlusconi (AFP PHOTO/ ANDREAS- Getty Images)

Forza Italia è in crisi. A dimostrarlo i risultati elettorali riportati alle regionali in Emilia Romagna dove ha ottenuto l’8,36%, una percentuale ben al di sotto di Lega Nord che ha preso il 19,42% e in Calabria dove ha preso il 12,38%. Dati preoccupanti che indicano un crollo netto rispetto alle percentuali di un tempo.
Se da una parte il leader di Fi, Silvio Berlusconi attende la riscossa, dando appuntamento al premier Matteo Renzi a febbraio, quanto scadranno gli arresti domiciliari, per cui annuncia l’ex premier di voler tornare ad essere più presente sul territorio e nella politica, il suo partito deve fare i conti con i contrastanti interni, a cominciare dal giovane europarlamentare Raffaele Fitto che ha pubblicato una nota critica sul proprio sito e diffondendola sui social network.

Critica di Fitto a Forza Italia

“Mi auguro che nessuno si azzardi a minimizzare o a cercare alibi per il nostro drammatico risultato in Calabria e in Emilia Romagna, regione in cui siamo stati addirittura doppiati dalla Lega”, scrive Fitto che poi esorta a “ricordare passo dopo passo tempi e modalità delle scelte che sono state compiute (con clamorosi errori) per definire le candidature e le alleanze. Non abbiamo il diritto di nasconderci dietro l’astensione, che colpisce soprattutto noi, aggravando la tendenza già manifestatasi alle Europee”.
“Dalle Europee a oggi, abbiamo perso 6 mesi. Che dovevano servire (come proposto da tanti di noi) sia per un serio rilancio sui contenuti, sia per un rinnovamento interno guidato dal coinvolgimento dei cittadini e dal superamento del metodo antistorico delle nomine e delle cooptazioni. A questo punto, mi pare il minimo azzerare tutte le nomine, per dare il via ad una fase di vero rinnovamento”, rilancia l’ex governatore della Puglia.
“Non ha senso, è perfino incomprensibile la mortificazione umana e politica degli attuali deputati e senatori: da giorni tutti gli organi di informazione, senza alcuna smentita, accreditano la tesi della disistima da parte del presidente Berlusconi per i suoi parlamentari. Così come il problema non è certo il coinvolgimento e la selezione di 25 giovani: ne servono, semmai, 250 o 2500…”, afferma Fitto, riferendosi all’incontro dell’ex cavaliere con i giovani, avvenuto sabato scorso e agli ultimi sviluppi e appuntamenti promossi da Fi.
“Ma tutti (giovani e non) devono essere scelti democraticamente- precisa Fitto- dopo una corsa basata sulle idee e sul consenso, portando nel nostro movimento le regole elementari di competizione e sfida proprie dei grandi partiti delle democrazie anglosassoni, per fare un solo esempio”.

“Basta con le nomine, quindi. Basta con i gruppi autoreferenziali che hanno determinato in questi mesi una politica e una comunicazione inefficaci e prive di qualunque credibilità, bocciate senza appello dai nostri elettori”, ha pertanto tuonato Fitto che da mesi critica la pessima gestione del partito, scontrandosi anche con l’ex cavaliere, per cui la scorsa settimana si era parlato di una “riconciliazione” nell’ambito del comitato di presidenza del partito.

“Soprattutto basta con una linea politica incomprensibile, ambigua, che oscilla tra l’appiattimento assoluto verso il Governo nei giorni pari, e gli insulti al Governo nei giorni dispari”, sottolinea l’ex governatore che poi conclude che “serve una opposizione che sfidi il Governo in positivo predisponendo e organizzando una chiara alternativa. Forza Italia, se vuole ancora avere un ruolo nella vita politica italiana e recuperare i milioni di elettori delusi e astenuti, deve letteralmente rifondarsi”.

Sostegno di Capezzone a Fitto

Immediato il sostegno a Fitto da parte del presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone che sostiene: “Raffaele Fitto ha indicato in modo corretto sia la diagnosi che la terapia. Forza Italia ha un triplice e profondo problema: di linea politica, di comunicazione, di rapporto con gli elettori delusi e astenuti. Ooccorre dunque scegliere (ma per davvero) un percorso autenticamente rifondativo: sia sul piano interno, abbandonando nomine e cooptazioni, sia sul piano esterno, scegliendo di nuovo una chiara linea liberale a partire dai temi economici. Non bastano i tempi supplementari della vecchia partita”.
“Serve una partita politica nuova, in cui il centrodestra riprenda in mano la bandiera dell’innovazione liberale. Non bastano le aspirine e la gestione dello status quo, ma serve uno choc, una vera e propria rifondazione”, ha concluso Capezzone.

C.D.