
Non solo Ebola. Dall’altro lato del continente africano si sta abbattendo una nuova emergenza sanitaria, la peste. In Madagascar, isola dell’Oceano Indiano, i decessi sono già circa 40 su 119 casi censiti, il primo registrato lo scorso 31 agosto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di aver avviato le indagini sui possibili rischi di una nuova epidemia. Il propagarsi della malattia potrebbe essere favorito dall’alta densità di popolazione della capitale Antananarivo (qui già due decessi) e alle lacune del sistema sanitario. L’Oms e la Banca Africana di Sviluppo (istituto transnazionale che promuove investimenti per lo sviluppo della regione) stanno allestendo una forza speciale di intervento contro l’epidemia. La tensione è alta perché mosche e pulci sono veicoli del batterio che si sviluppa nei ratti. La peste bubbonica, dopo la puntura della pulce, ha un’incubazione di 5-6 giorni; altri sintomi sono febbre alta e astenia (riduzione della forza muscolare). L’uomo è soggetto a essere colpito anche dalla forma polmonare, trasmissibile via tosse. Se la peste bubbonica è curabile con antibiotici, quella polmonare può portare alla morte in sole 24 ore. L’Oms ha precisato che solo la tempestività degli interventi potrà cambiare il decorso dell’epidemia, con l’obiettivo di evitare di rivivere gli stessi scenari avuti con Ebola in Africa occidentale. Per il momento non ci sono restrizioni ai viaggi verso l’isola ma è molto importante mantenere un accurato livello di igiene.
C.M.