“Gala Cox”: intervista alla scrittrice Raffaella Fenoglio

10818728_10205446098062115_478671081_nA ottobre per Fanucci è uscito il libro Gala Cox di Raffaella Fenoglio. Narra la storia di un’adolescente quasi normale, che tra appassionanti viaggi nel tempo e dialoghi con gli spiriti, diventa una riflessione sulla vita e su cosa ci attende nel nostro futuro.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autrice per svelarvi i segreti di questo appassionante romanzo.

Come è nata l’idea di Gala Cox?

Desideravo scrivere una storia che avesse degli adolescenti come protagonisti.  Come? Dove? Mi sono chiesta. Il fantasy dà all’autore la possibilità  di spaziare praticamente ovunque voglia. Situazioni improbabili, risvolti repentini… Una vera manna dal cielo.  Non avevo mai scritto nulla che nemmeno lontanamente si avvicinassi a un fantasy.  Quindi mi sono detta…perché no? Proviamoci.  E così, mano a mano, sono nati i personaggi della storia. Prima la protagonista, e poi piano piano tutti gli altri.

Il mondo degli usqead è una tua fantasia oppure è un filone che già esisteva e al quale ti sei agganciata?

No. L’ho inventato di sana pianta.

Fenoglio_GalaCox_grandeA parte la protagonista, il personaggio a cui ti sei più affezionata?

Il personaggio che preferisco in assoluto è Matunaaga. Lo spirito indiano che Gala chiama la sua super-tata in modo canzonatorio, (e alla fine scoprirà di esserci andata molto vicina).  È un omone immenso, di carnagione bruna con grosse spalle e torace possente; naso e mento pronunciati. Occhi fiammeggianti, capelli spessi, lucidi, lunghi fino alla vita. Indossa un gonnellino fino a metà coscia, un paio di mocassini; una piuma nei capelli, e nient’altro.  Ma non è solo questo è soprattutto il personaggio che mi ha permesso di esprimere la parte più spirituale del libro. Volevo che Gala avesse un aiuto di questo tipo. Azione e crescita spirituale erano gli elementi che desideravo inserire nella narrazione. Gala è una ragazzina sbandata, senza più punti di riferimento. Matunaaga la protegge senza tenerla in una campana di vetro. La lascia crescere, sbagliare, la lascia infuriare su alcune cose ma al momento giusto la tranquillizza e stimola la sua riflessione smuovendo la parte più profonda di lei stessa.

I personaggi sono tutti di pura fantasia, quindi?

Non tutti.  Ildegarda di Bingen è esistita davvero. Era una donna eccezionale. Monaca benedettina, ultima di 10 figli, tedesca, vissuta poco dopo l’anno mille. Filosofa, linguista, anatomista, studiosa di erbe officinali e di molte di altre materie. Inoltre è una Santa e un Dottore delle Chiesa. Una donna studiosa e di carattere che nonostante fosse minuta e debilitata tenne testa ai pensatori della sua epoca e a  personaggi come Federico Barbarossa che sfidò con parole durissime!

Se anche tu fossi in grado di viaggiare nel tempo, che epoca vorresti  vivere, che luogo visitare e perché?

Penso che andrei assieme a Gala. Carrozze, cavalli, luci di candele, un mondo che nasceva e si trasformava… sì la Londra Vittoriana mi attira. Ma non in un quartiere come Whitechapel, però!

Come sei riuscita a conciliare nel romanzo gli elementi fantasy, fantascientifici e steampunk?

Non lo so, è venuto da sé! E dalla tua domanda capisco di esserci riuscita, o no? Insomma nel famoso paniere di situazioni nel quale volevo immergere Gala desideravo ci fossero alcuni elementi scientifici. Perché la ragazzina è disorientata sui suoi legami famigliari e sociali, ma molto determinata sulle sue aspirazioni. L’ingegneria,  le scienze naturalistiche, la meccanica ecc ecc. Poi l’azione si sposta nella Londra Vittoriana…. Quindi capisci che lo steampunk neanche l’ho cercato, è venuto lui a bussare alla mia porta.  Toc toc toc. E secondo te lo potevo lasciar fuori? Era un’epoca pazzesca quella. La Macchinetta di Pacinotti, per esempio, non è una mia trovata letteraria. È stata una invenzione rivoluzionaria di fine ‘800, meno famosa della Pila di Tesla ma altrettanto affascinante. Una invenzione tutta italiana, oltretutto.

La tua musa ispiratrice?

La mia musa nella narrativa per ragazzi è Astrid Lindgren famosa autrice di  Pippi Calzelunghe, ma fantastica anche in altre opere come Emil, l’Isola dei Gabbiani, Rasmus e il Vagabondo. Sai che il libro di Pippi Calzelunghe quando fu pubblicata nel 1945 venne censurato perché ritenuto un testo troppo audace? Una bambina che viveva da sola con un cavallo che chiamava zietto

Dovessi dare un motto, un sottotitolo al tuo libro quale sarebbe?

Non ho dubbi. Sarebbe Se scappi non capisci. È la frase ricorrente di Matunaaga che Gala rammenta in ogni occasione nella quale vorrebbe scappare a gambe levate. E nel libro sono tanti questi momenti. Gala non è una ragazza coraggiosa, soprattutto all’inizio della storia. Le mancano le sue due figure di riferimento. Due personaggi forti che le hanno sempre parato i colpi: la sua amica Nadia e suo papà. Quindi la tentazione di fuggire è forte. Imparerà a non farlo.

Perché hai inserito questo esergo di Ascanio Celestini? 

TUTTI, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA, /AFFACCIANDOSI ALLA FINESTRA, / HANNO PENSATO DI SALTARE.  PER QUALCUNO L’OSSESSIONE RITORNA NON APPENA SI SPORGE. / BASTANO POCHI METRI D’ALTEZZA. / QUANDO L’IDEA SI FA LARGO NEL CERVELLO / STRINGE LE MANI SULLA BALAUSTRA DEL BALCONE / O SUGLI STIPITI DELLA FINESTRA PER FRENARE L’IMPULSO.

L’ATTRAZIONE PER IL VUOTO È UNA SPECIE DI CONTRO VERTIGINE. / SOLO POCHISSIMI SALTANO PER DAVVERO, / MA TUTTI, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA, / AFFACCIANDOSI ALLA FINESTRA, HANNO PENSATO DI FARE IL SALTO. (Pro Patria)

“Perché Celestini è un grande” non basta vero come risposta? No, immaginavo. Diciamo che è un pezzo che mi piace. Si aggancia con la passione del coprotagonista, Dennis, che adora il teatro e all’inizio recita proprio un brano di Pro Patria. E poi ti dirò che questa attrazione per il vuoto è una metafora che in Gala ci sta proprio bene.

Progetti futuri?

I progetti futuri sono top secret per ovvie ragioni e per scaramanzia. Posso parlarti di quello a cui mi sto dedicando. Scrivere, scrivere, scrivere… e cucinare. Te l’ho detto che ho un foodblog da mandare avanti e tre civette impertinenti  cui tenere a bada?

Silvia Casini