Jobs Act: blitz al ministero del lavoro. Camusso: “Violentato Statuto dei Lavoratori”

Susanna Camusso (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Susanna Camusso (Andreas Solaro/Afp/Getty Images)

All’indomani dell’approvazione del Jobs Act, la legge delega sul lavoro, con il dissenso dei partiti dell’opposizione che hanno lasciato l’aula della Camera prima del voto finale, la segretaria della Cgil Susanna Camusso ha dichiarato che “siamo in presenza di una manomissione violenta dello Statuto dei Lavoratori”, mentre un gruppo di studenti e precari hanno fatto un blitz al ministero del Lavoro e si sono verificati alcuni scioperi in varie aziende per esprimere il dissenso dei lavoratori contro la riforma che ora va al Senato per il voto definitivo.
Tanto che l’Aula del Senato dovrebbe cominciare ad esaminare il Jobs Act martedì 2 dicembre: è quanto avrebbe deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama secondo quanto riferisce il presidente dei senatori del gruppo Autonomie, Karl Zeller.

Nel corso dell’incontro con il sindacato Silp a Roma, la Camusso ha detto che “ci preoccupa culturalmente l’idea illiberale e divisiva del mercato del lavoro”, aggiungendo che “in nome di una presunta e teorica unificazione del mercato del lavoro, invece, lo si divide ancora e soprattutto si rende il lavoro meno dignitoso”.
“Di più, provvedimenti e deleghe tendono ad espellere i diritti da ogni luogo di lavoro, per questo bisogna ricostruire l’unità per ridare a tutti i diritti”, ha poi spiegato la Camusso, che in merito ad un possibile incontro con il governo ha ricordato che “se non vado errata il premier nell’unico incontro che abbiamo avuto in sua presenza, aveva concluso dicendo che i ministri avrebbero discusso con le parti, siamo sempre in attesa di vedere se è un annuncio o è una cosa che si determina”.
Per la segretaria della Cgil laddove il paese è sempre più lacerato “dopo sette anni di crisi economica”, “il grande tema è la ricostruzione del Paese” per cui “non bisogna solo ridurre e tagliare. C’è bisogno di investimenti”.

Dal canto loro, i manifestanti hanno dichiarato di aver “occupato per alcuni minuti il ministero”, annunciando che “una nostra delegazione è stata ricevuta”.
I manifestanti, circa un centinaio, sono stati bloccati dalle forze di polizia.
Fonti del ministero hanno assicurato che non c’è stata alcuna occupazione, spiegando che il gruppo è stato subito bloccato nell’androne della sede di Via Veneto, confermando che una delegazione è stata ricevuta da alcuni dirigenti.

Scioperi fermate proteste nelle fabbriche bolognesi: in un comunicato la Cgil ha reso noto che si sono registrati nella giornata di oggi “scioperi da 1 a due ore alla Ravaglioli, alla Kemet, Ats Microfound, dove le lavoratrici e i lavoratori hanno effettuato un presidio in Via Primo Maggio di Pontecchio Marconi”.
Sempre nel settore metalmeccanico “si aggiungono la Mocom, Omt Tartarini, Ilsa, Mape, Ima, Gea Tecnofrigo”.
Dissensi anche nel settore grafico editoriale con “un’ora di sciopero effettuato alla Zanichelli, alla Silicart, alla Labanti e Nanni e alla Sopak” e nel settore delle costruzioni con un’ora di sciopero alla Tecnoform, al Consorzio cooperative costruttori.
“Le mobilitazioni proseguiranno nei prossimi giorni estendendosi, a partire da domani, ad altri settori e aziende del nostro territorio”, ha aggiunto la Cgil, ribadendo che “il Jobs-act è sbagliato e dannoso poiché colpisce i diritti fondamentali di lavoratrici e lavoratori”.
“La mobilitazione continuerà e il Governo non si illuda di poter continuare con politiche sbagliate che colpiscono il lavoro e i diritti delle persone”, ha poi concluso il sindacato di Bologna.

C.D.