
Denis Verdini, l’uomo del Nazareno, ormai fa parlare di se più per le indagini che lo stanno interessando che per la sua capacità di mediazione e di confronto all’interno del patto tra Partito democratico e Forza Italia. Di ieri infatti la notizia che per lui è arrivato il quinto avviso di conclusione indagini, anticamera del rinvio a giudizio, questa volta per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della Società Toscana di Edizioni. Con il senatore di Forza Italia, rischiano il rinvio a giudizio Massimo Parisi, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, Girolamo Strozzi Guicciardini, Enrico Luca Biagiotti e Pierluigi Picerno, tutti facenti parte a vario titolo e negli anni del CdA della società. In particolare, l’accusa è di aver distratto fondi all’editoria, fino a provocare la bancarotta della società.
Appena una settimana fa, mentre il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, annunciava una mobilitazione anti-tasse sulla casa, Verdini veniva rinviato a giudizio nell’ambito della vicenda dell’appalto della Scuola Marescialli di Firenze. Ai primi di novembre, era arrivato il rinvio a giudizio da parte del gup di Roma, Paola Della Monica, insieme all’ex sottosegretario Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta loggia P3, che i pm definiscono come un’associazione caratterizzata “dalla segretezza degli scopi, dell’attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonchè apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”.
A settembre, l’accusa di finanziamento illecito e truffa aggravata, che aveva portato Verdini a essere rinviato a giudizio insieme al collega senatore, Riccardo Conti. La lunga serie di rinvii a giudizio era iniziata a luglio, quando il senatore di Forza Italia aveva ricevuto il primo, per bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla ex banca di Credito Cooperativo di Campi Bisenzio.
GM