
Il gup di Milano in sede dell’udienza preliminare ha accolto le richieste di patteggiamento avanzate dai sei imputati e già concordate con i pm, nell’ambito dell’inchiesta sulla “Cupola degli appalti”, relativi ad Expo 2015.
Tra queste, è stata accordata la pena a 3 anni e 4 mesi di carcere per l’ex Dc Gianstefano Frigerio, 3 anni di carcere e un risarcimento di 10 mila euro, per l’ex Pci Primo Greganti, 2 anni e 8 mesi e un risarcimento di 50mila euro per l’ex senatore di Fi Luigi Grillo mentre l’ex esponente ligure dell’Udc-Ncd Sergio Cattozzo, ai domiciliari dal 22 settembre, ha patteggiato 3 anni e 2 mesi.
Infine, l’ex manager di Expo Angelo Paris, ha patteggiato 2 anni, 6 mesi e 20 giorni ed è previsto un risarcimento alla stessa Expo 2015 spa di 100 mila euro, di cui 70-80 mila già versati. Ha patteggiato anche l’imprenditore Enrico Maltauro a due anni e dieci mesi di detenzione.
Solo uno degli arrestati lo scorso 8 maggio andrà a processo con rito abbreviato e si tratta dell’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni per il quale il prossimo 2 dicembre si aprirà il dibattimento in Tribunale.
Secondo l’accusa Rognoni era una figura di spicco della “cupola degli appalti”, tanto che non ha voluto infatti proporre il patteggiamento.
Inoltre, in base alla sentenza “gli imputati potranno accedere da subito alle misure alternative: servizi sociali, semilibertà o detenzione domiciliare e libertà anticipata”.
Nell’ambito dell’inchiesta scoppiata a maggio 2014 sulla “cupola degli appalti” che avrebbe pilotato le gare per Expo e Città della salute a Milano, condotta dai pm Antonio D’Alessio e Claudio Gittardi, i sei imputati erano accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
L’avvocato Andrea Corradino, uno dei difensori di Grillo, ha spiegato che per Grillo così come per Paris, è stata stabilita “la prevalenza delle attenuanti generiche, il che vuol dire che ha fatto una distinzione dei ruoli”. Grillo – ha proseguito il legale “ha sempre sostenuto di non avere avuto a che fare con Expo. Il patteggiamento di oggi è stata una scelta processuale per chiudere con la vicenda”.
Il caso sollevò un certo imbarazzo per l’Italia sul piano internazionale in quanto la notizia trapelò sulla stampa estera che diede rilievo al tema della corruzione dilagante nel belpaese. Tanto che fu istituita una apposita commissione di controllo con il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone.
C.D.