
Un Tribunale egiziano ha condannato a 5 anni di prigione 78 giovani colpevoli di aver partecipato alle manifestazioni in favore dei Fratelli Musulmani. I giovani, dell’età compresa fra i 13 e i 17 anni, invocavano il ritorno del deposto presidente Mohammed Morsi, rimosso dalle autorità militari nel 2013. Da quando i Fratelli Musulmani sono stati dichiarati un’organizzazione terroristica, migliaia di loro sostenitori sono stati uccisi o arrestati, in seguito al conflitto ideologico promosso dall’attuale presidente Abdullah al-Sisi. Il colpo di Stato militare avvenne il 3 luglio, ponendo fine alla breve esperienza dei Fratelli Musulmani che erano accusati di incitamento alla violenza e di disturbo della sicurezza generale e della pace. I media nazionali riferiscono che i giovani sono stati arrestati per aver partecipato alle manifestazioni invocando la fine del regime. Le proteste avrebbero bloccato le strade e posto i cittadini in stato di terrore. L’avvocato difensore degli imputati ha dichiarato che i giovani non stavano manifestando ma che “si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Nella giornata di ieri, il governo egiziano ha approvato una nuova legge antiterrorismo per la lotta ai gruppi dissidenti. La stretta del governo sui sostenitori del presidente Morsi ha provocato la morte di 1.400 persone e l’incarcerazione di altre 15.000. A marzo, al termine di un maxi processo, 528 imputati sono stati condannati a morte e ora sono in attesa di un processo di appello. Nello stesso mese sono stati processati altri 919 sospetti islamisti arrestati dalle autorità. L’Onu ha descritto come “senza precedenti” la crescita delle condanne di massa in Egitto.
C.M.