
Delusioni e amarezze all’interno del Movimento Cinque Stelle che sta attraversando una nuova fase di polemiche scaturite dalla consultazione online che è stata promossa ieri sul blog di Beppe Grillo e con la quale è stata decisa l’espulsione di due parlamentari, Paola Pinna e Massimo Artini.
Si apprende che l’assemblea congiunta dei parlamentari M5S si svolgerà il prossimo 3 dicembre per ratificare l’espulsione dei deputati
Ma la crisi nel movimento si riaccende questa mattina, non solo rispetto all’espulsione ma anche al post pubblicato da leder M5S che questa mattina ha annunciato di essere “stanchino” e di rimettere al voto delle rete la possibilità di nominare un direttorio di fedelissimi che lo affiancheranno da ora in poi, tra i quali Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Carla Ruocco.
Si tratta dei cosiddetti “falchi” del Movimento. Secondo le indiscrezioni, Grillo sarebbe stanco e vuole “un punto di mediazione” mentre l’altro fondatore del movimento, Roberto Casaleggio sarebbe alle prese con problemi di salute, per cui si rivela necessario un affiancamento.
La decisione però ancora una volta ha provocato un dissenso e l’idea che sia stata presa ancora una volta dall’alto e che sia poi ratificata dalla Rete, crea non poche polemiche.
L’idea di un “direttorio” non piace anche perché aprirebbe la via alla creazione di un partito in tutti i sensi. E’ l’avviso di Patrizia Terzoni, critica contro l’espulsione di Artini e Pinna e che denuncia: “Se vince il sì diventeremo un partito ed io non voglio far parte di un partito. Le sovrastrutture lasciamole al Pd. Noi dobbiamo andare oltre”.
Per cui la stessa Terzoni ha inviato un appello ai 5 colleghi prescelti a rinunciare, sottoscritto da altri 9 deputati.
Mentre Daniele Pesco scrive su Facebook: “Se vince il sì mi dimetto”, precisando che “sono tutti miei cari amici, ma il Movimento 5 Stelle non è questo. non siamo un partito.. l’abbiamo sempre detto. Non abbiamo bisogno di un direttivo”.
Ma di tutt’altro avviso è Danilo Toninelli che commenta: “I cinque magnifici ragazzi che insieme a tutti noi faranno risplendere il M5S”, così come Riccardo Fraccaro che definisce la decisione “un gesto straordinario di Beppe”.
I timori di una scissione si fanno sempre più presenti e c’è chi tra i delusi pensano di riorganizzarsi e di parlarne, perché no, già a partire dal prossimo 7 dicembre all’incontro promosso a Parma dal sindaco ribelle Federico Pizzarotti.
Al di là delle rivalità o ipotesi cospirazioniste di chi si sente già tagliato fuori dai falchi, c’è chi come Marco Baldassarre, uno dei deputati M5S che si sono recati ieri a Bibbona da Grillo, ha ribadito che “il M5S non è il simbolo, ma i valori che gli stanno dietro”, sottolineando in un modo un po’ ironico che “ieri ci ha aperto solo il cancello e non ci ha fatto entrare. Per Di Battista e i falchi tappeti rossi, per noi nemmeno la cuccia del cane”, aggiungendo che dopo sul blog è stato pubblicato l’annuncio del direttorio: “Visto? Le mie parole sono state profetiche”, ha commentato Baldassarre.
Alle critiche interne fa eco il messaggio pubblicato su twitter dal deputato del Pd Dario Ginefra : “#Grillo stanchino fa come nella prima Repubblica: coopta una cabina di regia per socializzare le sconfitte e fingere di mollare, ma non troppo”, al quale aggiunge “cinque guardie del Re utili per eterodirigere il Movimento senza apparire l’unico responsabile dello squagliamento del suo consenso”.
Di certo il periodo autunnale e invernale non giova al M5S, come quando a febbraio scorso vi furono le espulsioni di 4 senatori. Eppure, spesso, il leader del Movimento ha più volte sostenuto che un domani avrebbe voluto che il Movimento proseguisse per conto suo e forse le sue aspirazioni, tradite dal gioco politico, potrebbero essere ancora una volta fraintese.
C.D.