Palermo, neonata morta: nonna materna accompagnò la madre al cassonetto

Palermo (screen shot youtube)
Palermo (screen shot youtube)

Si sono svolti ieri, a Palermo, i funerali della neonata trovata in un cassonetto e deceduta poco dopo il suo arrivo in ospedale. Una folla commossa si è radunata nella chiesa del cimitero dei Rotoli. Alla cerimonia ha anche preso parte il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, mentre era assente la madre, piantonata nel reparto di ginecologia dell’ospedale Vincenzo Cervello, dove era ancora ricoverata.
Il padre Pietro Furnari, che ha celebrato la cerimonia, nel corso dell’omelia, non si è riferito alla madre ma ha solo sottolineato che “nessuno può giudicare quanto accaduto. Solo il Signore può farlo. Ci si deve chiedere, però, perché tutto questo sia accaduto e di chi è la responsabilità”.
Il padre della bambina ignaro di tutto ha dovuto registrare la piccola all’anagrafe prima dei funerali, chiamandola Giorgia. Alla funzione del piccolo angelo al quale la città di Palermo ha voluto rendere omaggio, non erano presenti i tre figli della coppia e i genitori della madre che erano stravolti hanno anche accusato un malore.

Il padre della bambina, un militare dell’esercito, è giunto a Palermo all’indomani del ritrovamento della neonata nel cassonetto, quando ha appreso che la moglie aveva confessato di essere stata lei, recandosi al pronto soccorso per un’emorragia.
L’uomo è stato interrogato e ha dichiarato di non aver mai saputo che la moglie fosse incinta: “Non lo sospettavo nemmeno”, ha poi aggiunto, affermando che “mi fidavo di lei ciecamente, le avevo affidato la nostra famiglia”.  Durante l’interrogatorio, il militare di 34 anni ha anche parlato degli ultimi anni di vita coniugale, ricordando anche qualche segno di insofferenza della moglie dopo alcuni litigi.

Incredula anche la madre della donna ora accusata di infanticidio. Infatti, la nonna materna, quel fatidico lunedì mattina, aveva accompagnato la figlia al cassonetto: “Non potevo immaginare cosa c’era nel borsone, mia figlia mi aveva detto che doveva sbarazzarsi di alcune cose vecchie”.
La versione della donna è ora al vaglio dei pm Maurizio Bonaccorso e Gaetano Guardì, titolari dell’indagine e secondo la ricostruzione dei fatti, le due donne si sarebbero recate a piedi presso il cassonetto dove è stata abbandonata la borsa con all’interno la neonata avvolta in un lenzuolo, un paio di forbici insanguinate che sono servite per recidere il cordone ombelicale e una vecchia scarpa.

Intanto, in base ai primi risultati dell’autopsia mirata ad accertare le cause del decesso, non sono emersi segni di violenza sulla neonata. Tuttavia secondo il responsabile di Medicina legale del Policlinico Paolo Procaccianti saranno necessari ulteriori accertamenti di laboratorio.

La madre accusata di infanticidio, durante l’interrogatorio effettuato dal magistrato Nino Di Matteo,  avrebbe dal canto suo parlato di un disagio provocato dal suo trasferimento a Gemona per cui avrebbe messo da parte il marito, al quale ha nascosto la gravidanza.
L’avvocato della donna, Enrico Tignini, ha spiegato che “per lei allo stato non ci sono provvedimenti restrittivi, appena uscirà vorrei farla curare e stiamo valutando quale struttura sia la più adatta ad accoglierla”.  L’avvocato ha poi reso noto di essersi messo in contatto con un consulente psichiatrico che dovrà pronunciarsi sulle condizioni mentali della sua assistita.
Al momento sono stati esclusi incontri con i familiari


C.D.