Centrosinistra al voto, domani primarie in Puglia e Veneto

Voto per la primarie (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Voto per la primarie (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Gli elettori del centrosinistra sono chiamati a tornare alle urne nella giornata di domani per scegliere i propri candidati alla presidenza della Regione in Puglia, guidata da un decennio dal leader di Sel Nichi Vendola, e in Veneto, dove invece alla coalizione riformista tocca il compito di battere il dominio del centrodestra e in particolare della Lega Nord. Mentre nell’ultimo caso le primarie si faranno come previsto, nelle ultime ore si è temuto che potessero saltare quelle pugliesi, a causa di tentativi di accordo tra Pd e Udc che hanno trovato le rimostranze di Sel.

Era stato proprio Vendola, infatti, a far saltare il banco ieri, sottolineando di non voler accettare diktat che imponessero aperture al centro. Da quel momento un rimpallo di responsabilità tra il governatore in carica e Michele Emiliano, segretario regionale del Pd e grande favorito di queste primarie, finché – nella tarda serata – si svolgeva un vertice tra il presidente del Consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, in quota Sel, e il sindaco piddino di Bari, Antonio De Caro che riuscivano a trovare una tregua, dandosi un nuovo appuntamento per stamattina.

Nuovo vertice e nuovo via libera alle primarie, stamattina. Ad annunciarlo Introna: “Superato l’appuntamento delle primarie, la coalizione valuterà programmi e alleanze. Adesso dobbiamo fare le primarie e votare perchè dobbiamo trovare il nostro candidato. Questa è la priorità di oggi. Le priorità avvenire le valuteremo a tempo debito”. Poco dopo arrivano le parole di Vendola: “Oggi la crisi è stata ricucita per una ragione: c’è un documento firmato anche da Michele Emiliano, che dice che il centrosinistra non ha proprietari. E che non c’è un uomo della provvidenza che fa del centrosinistra quello che vuole”.

Per il leader di Sel, “se noi organizziamo zattere per i naufraghi del centrodestra che si schianta, stravinciamo ma non siamo più credibili a persone che sognano la bella politica”. Soddisfatto anche Emiliano: “Sono felice che questo momento sia stato superato. E sono molto contento che tutto si sia ricomposto. La situazione di ieri è stata superata con valori politici e umani che sono la forza del centrosinistra”.

Il documento unitario

Arriva poi il documento unitario, firmato dai protagonisti del nuovo accordo: “Abbiamo voluto fortemente le primarie in Puglia per salvaguardare il progetto del centro sinistra così com’è. Questa ferma volontà accomuna tutte le componenti del centro sinistra che compongono il tavolo politico. In uno scenario politico nazionale ormai in perenne evoluzione, a livello regionale abbiamo il dovere di custodire quanto di buono e innovativo è stato fatto in questi ultimi dieci anni dall’amministrazione di centro sinistra sotto la guida di Vendola”.

Le polemiche hanno rischiato però di far davvero passare in secondo piano l’appuntamento di domani: le primarie pugliesi, infatti, sono quelle che hanno di fatto inaugurato la “felice stagione” di  un nuovo modello di selezione della classe dirigente anche in Italia, consentendo al leader di una formazione politica che in Regione raccoglieva allora intorno al 5%, Nichi Vendola, nel 2005 in Rifondazione Comunista, di sfidare il candidato unitario, Francesco Boccia, e di batterlo, lanciando così la sfida al centrodestra guidato da Raffaele Fitto.

Domani si sfideranno Michele Emiliano, ex sindaco di Bari e uomo forte del Pd pugliese, da sempre legato a Vendola da un rapporto contrastato, Guglielmo Minervini, sempre del Pd, attualmente assessore regionale con delega alle Politiche giovanili, Trasparenza e Legalità, che ha il sostegno di decine di rappresentanti della società civile pugliese, e infine Dario Stefano,  senatore eletto nelle file di Sel e presidente della Giunta per le elezioni e le autorizzazioni, fondatore della civica La Puglia per Vendola, che diede un grande contributo, nel 2010, alla rielezione del governatore pugliese.

Primarie in Veneto

Domani, come sottolineato, si vota anche in Veneto, dove grande favorita è l’eurodeputata Pd Alessandra Moretti, ribattezzata, dopo una recente intervista, come ‘LadyLike’: padre comunista e nonno partigiano democristiano, la donna forte del renzismo veneto proviene dalle fila dei Ds ma ha anche militato in formazioni dalla forte impronta civica; eletta nel 2013 alla Camera, si ripresenta l’anno dopo all’Europarlamento, raccogliendo 230mila preferenze personali e risultando la quarta più votata in assoluto.

A sfidarla, Simonetta Rubinato, deputata proveniente dall’area cattolica del Partito democratico, la quale ha fatto della trasparenza e della lotta alla corruzione i suoi cavalli di battaglia. Terzo incomodo e outsider, è Antonino Pipitone, consigliere d’opposizione in carica ed esponente dell’Italia dei Valori, il quale lanciando la sua candidatura ha sottolineato: “Siamo convinti che sia possibile oggi cambiare e liberarci dalle destre che preferiscono investire in comunicazione piuttosto che in sicurezza per i veneti”.

 

GM