
Commentando le motivazioni della pronuncia della Corte di Cassazione che, lo scorso maggio, ha confermato la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell’Utri, il portavoce nazionale del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, attacca sul suo blog: “Le domande da porsi sono ‘Chi ha favorito Dell’Utri attraverso il concorso esterno in associazione mafiosa?’ Perché questo è il punto”.
Grillo, dopo aver citato ampi stralci di un’analisi de ‘Il Fatto Quotidiano’ sulle motivazioni della sentenza d’Appello contro Dell’Utri, sottolinea: “Supponiamo che siano interessi privati di chi come rivelato dal pentito Giovanni Brusca al processo Mori pagava 600 milioni di lire di pizzo ogni anno al capo della cupola palermitana Stefano Bontade “Berlusconi pagava una sorta di ‘messa a posto’ a Stefano Bontade, quando poi questo morì fu sostituito”. Facciamo un’altra supposizione: che questo concorso esterno sia stato utile per il risultato elettorale di Forza Italia in Sicilia (il famoso 61 a 0 alle amministrative) e altre cosucce reperibili in qualunque libreria dove sull’argomento c’è ormai di tutto, più che in un tribunale della Repubblica”.
Quindi Grillo ha concluso: “La condanna di Dell’Utri, uno dei fondatori di Forza italia, non ha mai però messo in discussione le origini e le finalità della sua creatura. Ma un partito nato con queste premesse non dovrebbe essere sciolto d’autorità? Almeno per precauzione?”. Parole al vetriolo che provocano immediata la reazione di alcuni esponenti di Forza Italia.
La replica di Forza Italia
“I volgari attacchi di Grillo contro Forza Italia sono motivati dal nervosismo dell’ex comico che ormai, dopo aver perso il consenso della base del suo movimento, sta perdendo pure la testa”, sostiene la deputata Elvira Savino, che prosegue: “Grillo fa finta di confrontarsi con la base ma solo per ratificare decisioni già prese e nomina i 5 vice negando ai suoi le primarie. Altro che democrazia diretta, il direttorio a cinque è l’ennesimo atto d’imperio di un despota ormai al tramonto”.
Poi la Savino aggiunge: “E’ un capopopolo che tenta di delegittimare le istituzioni parlando di un ‘Parlamento di nominati’ e poi impone i suoi più fedeli adepti alla guida del movimento. È l’ennesima contraddizione di un partito allo sbando, senza guida né linea politica. Gli elettori lo hanno capito e gli voltano le spalle”. Oggi in piazza, anche Silvio Berlusconi aveva sferzato Beppe Grillo: “Grillo si sente stanchino. Poverino, ha lavorato tanto… Ho fatto fuori dieci leader avversarsi, Grillo è l’undicesimo”.
L’attacco di Paolo Becchi
“Il Movimento 5 Stelle ha imboccato una deriva partitocratica dopo le elezioni europee”, spiega intanto da Genova, Paolo Becchi, a lungo ritenuto l’ideologo pentastellato, nel corso della presentazione del suo libro “Colpo di Stato permanente”. Il docente universitario è durissimo con la leadership: “Con le ultime decisioni di Grillo, non si capisce più cosa vogliano fare. Da un lato il bastone con due espulsioni, per di più irregolari secondo lo statuto, e dall’altra la carota con un direttorio indicato direttamente da Grillo e non più dalla Rete. Orami non c’è più democrazia orizzontale nel movimento, piuttosto il web sembra servire solo a ratificare decisioni prese dall’alto”.
GM