Padoan: privatizzazioni rinviate al 2015

Matteo Renzi  e Pier Carlo Padoan (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Sembrava aver impresso un’accelerazione al processo di privatizzazione delle aziende pubbliche, ora il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan mette il freno e rimanda tutto all’anno prossimo. Quando il momento sarà più favorevole, ha detto Padoan, sottolineando anche i rischi per l’occupazione. Il rinvio dell’operazione consentirà una valutazione “caso per caso”, per evitare che una eccessiva “valorizzazione” delle società da mettere sul mercato crei contraccolpi sull’occupazione, ha spiegato il Ministro dell’Economia durante un question time al Senato.

Il governo ha deciso di rinviare anche le cessione del 5% di Enel, che era prevista entro la fine dell’anno. Del resto, già si sapeva che l’esecutivo era in attesa di condizioni favorevoli di mercato e Padoan ha confermato che prima di cedere la partecipazione del Ministero dell’Economia in Enel si aspetterà “il momento sarà favorevole, pur mantenendo il controllo della società“, ha precisato il ministro. Nei giorni scorsi, intanto, Enel ha ceduto una partecipazione del 21,92% della controllata Endesa, società elettrica spagnola. Dall’operazione Enel ha incassato 3 miliardi di euro.

Il rinvio delle privatizzazioni non riguarda solo il colosso dell’energia elettrica ma anche altre società a partecipazione pubblica, come Poste Italiane e Ferrovie dello Stato, per le quali comunque erano già previste vendite a partire dalla primavera del 2015, accompagnate dalla quotazione in Borsa. A questo proposito, Padoan ha rilevato che poter vendere al meglio queste società e realizzare i massimi incassi per lo Stato, il rischio che si corre “è quello di avere effetti negativi sull’occupazione“, “ci potrebbero essere contraccolpi, ma andranno verificati caso per caso”, ha aggiunto. Per poter vendere queste aziende, in sostanza, i costi dovranno essere razionalizzati e le strutture rese più efficienti, da qui potrebbe sorgere la necessità di tagliare posti di lavoro, quindi i problemi sull’occupazione. Ecco perché il governo ha deciso di prendere tempo.

Padoan ha comunque confermato la volontà del governo di procedere con le privatizzazioni, che vengono solo rimandate ma nel rispetto del programma previsto e comunicato alle autorità europee. L’obiettivo rimane sempre quello: incassare risorse per coprire l’enorme debito pubblico. Il rinvio delle privatizzazioni è possibile anche grazie al via libera della Commissione europea alla legge di Stabilità che permette all’esecutivo di Matteo Renzi di tirare un sospiro di sollievo senza dover correre al recupero delle risorse. A chi ha sollevato critiche sulla realizzazione solo parziale del piano di privatizzazioni, il ministro dell’Economia ha ammesso che i risultati sono stati “inferiori a quelli immaginati”, spiegando che “una parte va attribuita alla dinamica macroeconomica meno favorevole ma anche in alcuni casi” alla decisione di “migliorare e completare il processo di valorizzazione interna delle imprese”. Padoan ha infatti ricordato che l'”obiettivo delle privatizzazioni è non solo quello della riduzione del debito, ma anche quello di esporre le imprese partecipate alle pressioni positive del mercato e come stimolo al miglioramento della gestione di molte di queste“.

Il Ministro dell’Economia ha quindi confermato che l’obiettivo del governo è quello di realizzare con le privatizzazioni proventi pari allo “0,7% del Pil nel 2015 e per i tre anni successivi, pur nella consapevolezza che il 2014 si chiuderà non con zero risultati ma con alcuni risultati”, ha precisato. Tra questi risultati, il ministro ha elencato le privatizzazioni di Fincantieri, Ray Way e del 35% di Cdp Reti, la holding che controlla Snam e Terna, cui si aggiunge la creazione del gruppo di lavoro congiunto tra ministero dell’Economia, dei Trasporti e Ferrovie dello Stato, per la procedure di privatizzazione di queste ultime.

“La via maestra per ridurre il debito sul Pil – ha precisato Padoan al Senato – è accrescere il Pil, le altre sono soluzioni pericolose”. “L’Italia continua ad avere un surplus primario positivo e il fatto che il debito/Pil cresce dipende da considerazioni di ambiente macroeconomico avverso, ovvero alla recessione e al fatto che l’inflazione è lontana dall’equilibrio del 2% (obiettivo fissato dalla Bce, ndr). Se avessimo un 2% di inflazione effettivo il debito sarebbe già in discesa”, ha concluso il Ministro dell’Economia.

Il programma di privatizzazioni delle aziende a prevalente partecipazione statale era stato già messo in cantiere dal precedente Ministro dell’Economia del governo Letta, Fabrizio Saccomanni.

V.B.