5 Stelle, prosegue la diaspora nei territori

Il logo del M5S (Getty Images)
Il logo del M5S (Getty Images)

“Le modalità della formazione del “direttorio”, delle espulsioni , la poca chiarezza e la comunicazione interna assente, violano chiaramente i principi di democrazia diretta che dovrebbe rimettere le decisioni in mano ai cittadini attivi per votazione, la possibilità di informarsi adeguatamente e il rispetto delle regole, rendendo del tutto arbitrarie ed autoritarie le scelte fatte dai vertici del M5S. Le regole condivise sono state di fatto sovvertite dalla volontà di quei pochi che si sono impropriamente arrogati il potere di decidere per tutti”.

Per tutti questi motivi “gli attivisti di Loro Ciuffenna [“uno dei borghi più belli d’Italia”, in provincia d’Arezzo ndr] si sentono delusi e traditi da chi li ha illusi ed usati, ma assicurano gli elettori che non faranno lo stesso nei loro confronti. L’impegno preso a portare avanti il programma elettorale e gli ideali che hanno mosso il gruppo, saranno rispettati”. Lo spiegano in una nota, diffusa meno di un’ora fa, il consigliere comunale Marco Parolai, che insieme all’unanimità del suo gruppo locale di attivisti ha scelto di uscire dal Movimento 5 Stelle, dando l’ennesimo segnale ai vertici, in un contesto di fuoriuscite dai pentastellati che in questi giorni riguarda i particolare Toscana ed Emilia Romagna.

Gli attivisti invitano “inoltre gli altri gruppi, che si trovano nella nostra stessa situazione, a fare altrettanto, impegnandosi in un nuovo progetto politico comune che riprenda e porti avanti gli ideali traditi del M5S”. Invito che potrebbe essere raccolto da diversi nuclei toscani, visto che c’è chi – come Matteo Gozzi, consigliere di opposizione a Borgo San Lorenzo, nel Mugello – scalpita da giorni ed è andato a far sentire la propria voce direttamente sotto casa di Grillo.

Nuove voci polemiche al Senato

Intanto, al Senato, Francesco Molinari, intervistato dall’Huffington Post, aggiunge la sua alle tante voci polemiche di questi giorni, affermando: “Abbiamo questa preoccupante sindrome da tafazzismo, ogni volta che proviamo a concludere qualcosa rispetto a quanto promesso in campagna elettorale tiriamo fuori schifezze come quella degli scontrini”.

Sull’espulsione di Pinna e Artini, Molinari parla di “una vicenda stranissima, sia per la procedura utilizzata. I due hanno portato le prove delle loro restituzioni, e segnalavano semplicemente un problema di metodo nel pubblicarle sul sito tirendiconto.it, che a quanto mi dicono i colleghi della Camera è di proprietà di un singolo, Riccardo Nuti. Si è proceduto in maniera strumentale”. Rischio scissione? “Al Senato non credo. Alla Camera mi dicono di tensioni fortissime, non lo escluderei. Il problema è che questi post alimentano la sindrome di tafazzismo nella quale siamo caduti. Ci facciamo del male da soli”.

 

GM