
Le banche avrebbero ripreso a prestare denaro. E’ quanto rileva uno studio dell’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, i cui dati sono stati presentati durante un seminario a Ravenna. Dallo studio risulta che nei primi dieci mesi del 2014 (gennaio-ottobre) i prestiti bancari al settore privato sotto il milione di euro sono tornati positivi, anche se di poco, crescendo dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. Si tratterebbe di un primo spiraglio di luce in un momento economico difficile e con un quadro deteriorato anche rispetto alle attese.
Secondo il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nei prossimi mesi i prestiti bancari dovrebbero continuare a salire grazie a diversi “fattori positivi”: il calo dell’euro sul dollaro, il calo del prezzo del petrolio e il calo dello spread, che oggi ha toccato nuovi livelli minimi. “Il deprezzamento dell’euro favorirà le esportazioni, il calo del petrolio è un elemento di competitività per i prodotti italiani così come il calo dello spread”, ha detto Patuelli. Nei primi dieci mesi del 2014, rileva ancora l’Abi, i prestiti erogati per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti in Italia del 30,5% rispetto allo stesso periodo del 2013, per una cifra complessiva pari a 20,2 miliardi, che supera l’intero ammontare dello scorso anno. “Siamo in controtendenza rispetto agli ultimi 36 mesi. Che non ci sia un meno ma un più è una notizia”, ha sottolineato Patuelli.
“Dopo anni in cui erano le imprese a inseguire le banche, ora, in queste settimane di novembre successive all’Aqr e agli stress test, sono tornati a essere i direttori di filiali a bussare e sollecitare i finanziamenti“, ha detto ancora il presidente dell’Abi, secondo cui ci sarebbe “un’influenza tra l’Unione bancaria e lo spread”: “I mercati si sentono rassicurati dal fatto che le banche italiane siano vigilate da un soggetto terzo”.
Inoltre, l’Associazione dei banchieri italiani si aspetta che al prossimo direttivo la Banca centrale europea approvi finalmente le nuove misure non convenzionali più volte annunciate dal presidente Draghi, per contrastare l’inflazione troppo bassa nell’Eurozona, come l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi membri, con buona pace della Bundesbank.
V.B.