
Nove mesi dopo la consultazione che decise con il 50,3% di introdurre quote agli immigrati compresi quelli provenienti dai Paesi Ue la Svizzera è tornata con un referendum ad esprimersi in tema, questa volta lanciando un segnale opposto. Il 74,1 per cento egli elettori ha infatti respinto la proposta del gruppo ecologista Ecopop volta a contenere entro il 0,2% della popolazione la quota annua di nuovi immigrati nel territorio elvetico. Gli svizzeri hanno ritenuto la imitazione eccessiva e dannosa per l’economia. Un esito che non sorprende Cornelia Keller, vice presidente del comitato Ecopop, secondo cui la sconfitta era prevedibile perché il governo e quasi tutti i parlamentari si erano detto contrari. Gli oppositori inoltre avevano 30 volte più mezzi finanziari del comitato promotore, ha detto ancora la Keller. Sul no ha influito anche l’opposizione da parte di Christoph Blocher, il leader della destra, tra gli artefici della precedenza iniziativa referendaria che ha già suscitato forti contrasti con Bruxelles.
Bocciati anche altri due quesiti referendari. Non è passata la proposta di abolire i forfait fiscali, gli accordi che molti Cantoni stipulano con i ricchi contribuenti esteri che si stabiliscono in Svizzera, per pagare meno tasse. La propostala, appoggiata dalla sinistr epresentata per la seconda volta in due anni, è stata respinta dal 59,2% degli elettori.
Le urne hanno bocciato con il 77,3 per cento di voti contrati un terzo quesito nel quale i promotori chiedevano fossero aumentate le riserve auree del Paese. Lo stesso quesito chiedeva che la Banca Centrale Elvetica ottenesse la restituzione del 30% delle riserve aurifere svizzere attualmente depositate all’estero. Se la proposta fosse stata accolta, secondo diversi economisti, il mercato mondiale dell’oro, già in difficoltà, ne sarebbe uscito gravemente destabilizzato.
ADB