
Nuovo intervento di Matteo Renzi sull’Italicum: “Se facciamo la legge elettorale si può fare eventualmente una clausola che dice che la legge elettorale entra in vigore nel 2016: noi la utilizzeremo solo nel 2018, ma va fatta subito perché altrimenti, dopo anni in cui si è promesso di fare le cose, rinviare sarebbe impossibile”, ha spiegato in premier dall’Algeria dove ha incontrato il suo omologo nel Paese nord-africano AbdelMalek Sellal.
“E’ assolutamente inaccettabile il collegamento tra riforma della legge elettorale e riforma costituzionale, come se questa fosse una forma di clausola da far condizionare l’entrata in vigore della legge elettorale”, ha spiegato ancora Renzi, secondo il quale tale ipotesi “sarebbe un atto contro la Costituzione e un emendamento di questo tipo è già stato proposto ed è stato respinto”. Avanti in ogni caso con le riforme, “con la convinzione che si sta facendo una legge elettorale efficace ma non solo: stiamo riformando il fisco, la giustizia, la pubblica amministrazione”.
Ad alimentare il dibattito odierno la presentazione di un ordine del giorno sulla riforma della legge elettorale, giunto in commissione Affari costituzionali del Senato la scorsa settimana per mano di Roberto Calderoli e che verrà discusso prima di passare agli emendamenti. L’esponente del Carroccio ha sottolineato come la proposta prevede un “sistema proporzionale con premio di governabilità per la lista che superi contemporaneamente la soglia del 40% dei voti espressi e di una percentuale ragionevole dell’elettorato attivo”.
Nel caso nessuna delle due coalizioni arrivi alla soglia, scatta il “ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti” e “la possibilità, al secondo turno, di realizzare apparentamenti e collegamenti con le liste escluse dal ballottaggio”. L’odg prevede inoltre “l’introduzione di sistemi di preferenza di genere per l’elezione dei componenti della Camera”; la “definizione di un sistema elettorale proporzionale che consenta l’elezione, per la grande maggioranza, di una quota di deputati attraverso un meccanismo basato sulle preferenze e di una quota minima attraverso listino bloccato”; la “riconsiderazione del meccanismo di attribuzione nazionale e circoscrizionale dei seggi al fine di evitare possibili effetti distorsivi”.
GM