
Al processo per il naufragio della Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012, in corso a Grosseto, oggi è il stato il giorno della deposizione più attesa, quella del comandante Francesco Schettino, ritenuto il principale responsabile di quanto accaduto quella notte e che rischia fino a 22 anni di carcere per una serie di reati connessi, come confermato anche oggi dai pm in una pausa dell’interrogatorio, nel corso del quale il personaggio-simbolo in negativo di questo disastro ha ammesso: “Nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata”.
L’inchino si fa sempre dunque, è una prassi; parola di Schettino che poi aggiunge: “Il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore. In questo caso non essendo pianificata la navigazione turistica, non ho avvisato nessuno”. Critiche sono state poi rivolte dal comandante agli ufficiali: “Se qualcuno avesse avuto accuratezza non avrei detto ‘Andiamo sugli scogli’ ma qualcuno mi avrebbe dovuto dire ‘Comandante, siamo sugli scogli!’ e invece stettero zitti”.
Poi con il sarcasmo che ha contraddistinto molte sue dichiarazioni, Schettino ha sottolineato: “O siamo dei kamikaze, o avevano tutti paura di parlare, o un ufficiale mi ha detto una bugia e la carta nautica era sbagliata. Oppure avevamo preso un sottomarino!”. In pratica, la colpa sarebbe stata del timoniere, ha affermato il comandante proseguendo: “Non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all’isola del Giglio, altrimenti l’avrei sostituito. Mi era capitata una cosa simile a Malta”.
Dunque, non era la prima volta che il comandante Schettino si assumeva un rischio del genere, che avrebbe preso per fare un favore al maitre Antonello Tievoli e un omaggio al comandante in pensione Mario Palombo, mentre a nulla c’entrerebbe, secondo Schettino, la ballerina moldava Domnica Cemortan.
Tre piccioni con una fava
“Considerato anche l’aspetto commerciale volevo prendere tre piccioni con una fava”, ha proseguito Schettino, chiarendo l’ultimo aspetto che lo avrebbe portato ad azzardare quella manovra. Infine sugli eventuali gruppi di passeggeri ospitati nella plancia di comando: “Al massimo è ammessa una dozzina di passeggeri per volta ma me ne portavano anche 20-30 alla volta, ma mai nelle navigazioni sotto costa”. Una “visita” che la direzione commerciale faceva pagare 70 euro, ricorda in conclusione Schettino.
GM