Legambiente: è online la mappa del rischio climatico nelle città

Maltempo a Roma (Filippo Monteforte/Afp/Getty Images)
Maltempo a Roma (Filippo Monteforte/Afp/Getty Images)

In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 20), in corso a Lima, in Perù, l’associazione ambientalista Legambiente ha lanciato la “Mappa del rischio climatico nelle città italiane”, una piattaforma online di monitoraggio degli impatti degli eventi climatici nei confronti di aree urbane, infrastrutture, beni storici.

112 fenomeni gravi in 4 anni

La mappa ha preso in considerazione gli episodi avvenuti dal 2010 ad oggi e mira a creare una prima carta della geografia del rischio.
Nel periodo considerato si sono registrati 112 gravi fenomeni meteorologici che hanno provocato ingenti danni al territorio, tra i quali 30 casi di allagamenti scaturiti da piogge intense, 32 casi di danni alle infrastrutture con il conseguente blocco di metropolitane e treni urbani per 29 giorni, 38 black-out elettrici e 8 casi di danni al patrimonio storico.
Complessivamente, 20 episodi sono stati provocati da trombe d’aria e 25 da esondazioni fluviali e in totale si sono registrate 138 vittime.

Nuovi modelli d’intervento

Uno strumento che potrebbe essere utile anche ai fine di ideare nuovi modelli di intervento, in particolare per i centri urbani, in modo da dare una risposta alle nuove sfide dei cambiamenti climatici.
“Le aree urbane devono diventare la priorità di politiche che tengano assieme prevenzione del dissesto idrogeologico e adattamento ai cambiamenti climatici. Il governo italiano non ha ancora una politica per affrontare il rischio climatico”, ha pertanto sottolineato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini , spiegando che “proprio le aree urbane sono in Italia quelle a maggior rischio e per questo si devono quanto prima approvare dei veri e propri Piani Clima per affrontare le emergenze e fissare le strategie di adattamento.
“Un Paese dove l’81,2 % dei comuni è in aree a rischio e con quasi 6 milioni di persone che abitano in zone a forte rischio idrogeologico, occorrono risposte nuove, urgenti e integrate”, ha poi aggiunto il vice presidente di Legambiente, ricordando inoltre che “tra il 1944 e il 2012 sono stati spesi 61,5 miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi estremi”, per cui la prevenzione si rivela anche un mezzo per il risparmio,

Supporto per capire i fenomeni

La mappa di Legambiente che indica non solo informazioni riguardo al fenomeno climatico e ai danni, mira ad individuare le aree a maggior rischio, dove e come i fenomeni si ripetono con maggiore frequenza e in tal senso intende offrire un supporto grazie al quale analizzare gli impatti provocati, evidenziando il rapporto tra accelerazione dei processi climatici e problematiche legate a fattori insediativi o infrastrutturali nel territorio italiano, come ad esempio le aree con abusi edilizi.
La mappa è suddivisa in vare categorie tra le quali allagamenti, frane, esondazioni, danni alle infrastrutture, al patrimonio storico, provocati da trombe d’aria o da temperature estreme e considera non solo i luoghi, i danni e il tipo di fenomeno ma anche informazioni riguardano la quantità e intensità dei fenomeni di pioggia. Elementi che porteranno ad una stima degli effetti diversi nel territorio italiano calcolando ad esempio il quantitativo di acqua precipitata e confrontando i danni sul territorio evidenziando se gli effetti sono di natura idrogeologica oppure se sono stati determinati da mancanze nella gestione del territorio o della rete di smaltimento delle acque.
Inoltre, in base al territorio in sé, la mappa sarà un sostegno anche per capire il rischio provocato dai fenomeni climatici in base alle regioni e alle stagioni.

C.D.

Consulta la mappa:planningclimatechange/atlanteclimatico