
Secondo alcune indiscrezioni trapelate dai media, il premier Matteo Renzi avrebbe aggiunto un nome prestigioso al totonomi per la successione al Quirinale e che potrebbe incontrare sicuramente il consenso superpartes.
Stando a quanto ha rivelato Domenico Muti al Fatto Quotidiano il premier sta pensando al direttore d’orchestra Riccardo Muti, come possibile candidato al Colle.
Ma da Palazzo Chigi è già arrivata la smentita, nonostante la fonte della notizia sia alquanto sicura: “Non si sentono da anni. Il premier non ha parlato con lui né con il signor Domenico Muti che non ha il piacere di conoscere. Il che rende retroscena e presunte rivelazioni destituite di ogni fondamento”, sottolinea in una nota Palazzo Chigi.
Il figlio del M° Muti ne avrebbe parlato poco prima del suo ingresso a Palazzo Vecchio a Firenze, in occasione del saluto del direttore d’orchestra al consiglio comunale: “Per me mio padre è e resta un direttore d’orchestra, ma dell’eventuale elezione al Quirinale abbiamo parlato in famiglia, con lui, e sappiamo che una cosa del genere è troppo seria per non essere presa con serietà. Ed è quello che faremo, il suo nome lo ha fatto Renzi, e una proposta del premier, appunto, è una cosa seria”.
Dal canto suo, Muti è stato intercettato mentre passeggiava con il sindaco Dario Nardella e con Salvatore Nastasi, direttore generale del ministero della Cultura, che alla domanda sull’ipotesi di una sua candidatura alla successione di Giorgio Napolitano ha replicato: “Di questa cosa non parlo”, aggiungendo “ma perché non mi volete far continuare a dirigere? A me piace tanto… ognuno deve fare il suo mestiere”.
Eppure Muti potrebbe anche essere sostenuto dallo stesso Silvio Berlusconi che avrebbe posto in cambio la nomina di Gianni Letta a segretario generale del Quirinale.
Anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini da segnali di apertura: “Mi piacerebbe un capo dello Stato non politico e non schierato a sinistra”.
Intanto aleggia ancora la questione della nomina a senatore a vita. Infatti, a gennaio 2014, dopo la scomparsa del M° Claudio Abbado, che fu nominato senatore a vita nel 2013, alcuni avevano suggerito la nomina di Muti a senatore a vita.
Un argomento che è stato rievocato recentemente dall’assessore alla cultura Mario Caligiuri della Regione Calabria, lo scorso ottobre, alla cerimonia di conferimento al Maestro Muti della laurea honoris causa all’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
“Riterrei opportuno che il Presidente Napolitano assegni il seggio ad un illustre esponente della cultura italiana e comunque nell’ambito della musica colta. Mi viene naturale che tale scelta sia orientata verso il M° Riccardo Muti per la sua comprovata bravura riconosciuta a livello internazionale”, aveva dichiarato Caligiuri, spiegando che “oggi nel mondo nessuno come Riccardo Muti illustra l’Italia, rappresentando, con l’orgoglio di uomo del Sud, l’anima culturale di tutto il nostro Paese. Appunto per questo, anche nella mia qualità di presidente della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, sostengo con forza la sua nomina a senatore a vita, proponendolo al Capo dello Stato. Non so quale sarà il futuro dell’istituto dei senatori a vita ma la nomina di Muti – ha sottolineatol’assessore regionale – sarebbe un segnale incontrovertibile che l’Italia per rinascere punta sulla sua vera natura: quella culturale”.
Parole quasi profetiche quelle di Caligiuri che già pensava ad un Muti al Colle.
C.D.