Napolitano resta al Colle almeno fino a gennaio prossimo

Giorgio Napolitano (Filippo Monteforte/Afp/Getty Images)
Giorgio Napolitano (Filippo Monteforte/Afp/Getty Images)

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è ormai quasi ufficiale si dimetterà ma non prima della scadenza del semestre italiano di presidenza all’Unione Europea, prevista per il 31 dicembre.
E’ quanto trapelato da una nota dell’Ufficio Stampa del Quirinale diramata ieri e con la quale è stato sottolineato che è “assolutamente gratuito ipotizzare” le dimissioni del presidente della Repubblica “prima della conclusione del semestre italiano, al termine del quale il Presidente compirà le sue valutazioni”.
“Il 22 luglio scorso -prosegue la nota- il Presidente Napolitano ha affermato: Io sono concentrato sull’oggi: e ho innanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai vertici dello Stato nella fase così impegnativa del semestre italiano di presidenza europea. Quell’impegno non è mai stato smentito. Si tratta di decisioni sulle quali egli rifletterà autonomamente, che per propria natura sono e devono essere tenute completamente separate dall’attività di governo e dall’esercizio della funzione legislativa. Il Presidente della Repubblica è e continua a essere impegnato in una serie già programmata di incontri e attività istituzionali sul piano interno e internazionale”.

Una finestra temporale su possibili dimissioni che si potrà aprire solo a partire da gennaio 2015. 
La nota del Colle al contempo ha messo a tacere le sollecitazioni espresse dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi che prima di portare a termine le riforme chiedeva che si aprisse la questione della successione al Colle e che fosse garantita una nomina superpartes .
Nel suo intervento alla Direzione del Pd, il premier Matteo Renzi alla luce del comunicato del Quirinale ha pertanto ribadito che “non c’è alcuna ragione per bloccare o ritardare la legge elettorale”.

Inoltre, Napolitano ha voluto evidenziare che questa sua personale decisione non deve interferire sull’attività del governo e del parlamento, per cui non deve essere strumentalizzata dai partiti.
Intanto prosegue l’ondata mediatica del totonomi, ovvero sul successore di Napolitano al Quirinale e dopo Giuliano Amato, spunta ore l’ipotesi Riccardo Muti.

C.D.