Shoah: morto Enzo Camerino, sopravvisse ad Auschwitz

Il campo di concentramento di Auschwitz (Scott Barbour/Getty Images)
Il campo di concentramento di Auschwitz (Scott Barbour/Getty Images)

E’ venuto a mancare nella mattinata di oggi Enzo Camerino, sopravvissuto ai campi di sterminio e uno degli ultimi due reduci ancora in vita del rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. L’uomo proprio oggi compiva 86 anni ed era tra i pochi testimoni viventi degli orrori perpetrati in Italia dal nazifascismo in particolare ai danni della popolazione di origine ebraica, ma non solo. Il decesso è avvenuto in Canada, dove l’uomo si era trasferito da parecchi anni, anche se l’ultima visita nel nostro Paese era avvenuta poco più di un mese fa.

Questo il ritorno che ne ha il portavoce della comunità ebraica di Roma Fabio Perugia: “Spesso era in Italia dove passava le sue vacanze. Per tutti noi è una perdita incolmabile, non solo per gli ebrei di tutto il mondo ma anche per tutti quei cittadini che da sempre lavorano per tenere viva la memoria della Shoah”. Il cordoglio è unanime, spiega il portavoce: “Il presidente Riccardo Pacifici, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni e tutto il Consiglio della Comunità Ebraica di Roma piangono la morte di Enzo. Proprio oggi era il giorno del suo compleanno, ci stringiamo tutti attorno alla sua famiglia che con lui da anni viveva in Canada”.

Nel corso di una delle sue ultime visite in Italia, Camerino era stato ricevuto da Papa Francesco e dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’uomo però non aveva mai risparmiato critiche al suo Paese di origine, sottolineando come una delle ragioni per le quali aveva deciso di trasferirsi in Canada è che “l’Italia non ha mai chiesto scusa per le leggi razziali”.

L’intervista a Mentana

Risale allo scorso anno, in occasione del 70esimo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma, l’intervista al tg di La7 condotto da Enrico Mentana, nel corso della quale aveva raccontato: “Avevo 14 anni, ricordo tutto. Per molto tempo non ne ho parlato mai con nessuno, non so neanch’io perché. Mi sembra una cosa incredibile ripensando alle cose che ho passato”. L’arrivo ad Auschwitz e l’inconsapevolezza di quel che stava per avvenire dettata dall’età, questi i racconti di Enzo Camerino: “Appena scesi dal treno, c’erano tedeschi e cani. Siamo scesi dai vagoni e ci hanno subito divisi tra uomini, donne e bambini”.

Successivamente, “ci hanno divisi tra chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare. Nessuno pensava mai alle camere a gas e alla brutalità di ciò che ci sarebbe accaduto”, ha spiegato Enzo Camerino in quell’occasione, mostrando il numero col quale venivano marchiati, segno indelebile che accomunava e accomuna chi ha vissuto la tragedia della Shoah.

 

GM