
Due tragedie familiari hanno sconvolto la provincia veneta in queste ore: tra Casaleone, 6mila anime in provincia di Verona, e Refrontolo, appena 2mila abitanti nel trevigiano, si sono consumati due drammi tra le mura domestiche che hanno causato cinque vittime. Il primo episodio sembra legato a un evento accidentale, mentre più grave è il secondo, un caso di doppio omicidio e conseguente suicidio.
A Casaleone, le vittime sono una madre e il suo piccolo di 5 anni, morti nell’incendio della loro abitazione. A fare la macabra scoperta, i vigili del fuoco, al termine delle operazioni effettuate per spegnere le fiamme. Si sarebbe salvato il marito della vittima, che si sarebbe lanciato dalla finestra e avrebbe poi dato l’allarme. A causare l’incendio, secondo l’ipotesi più accreditata, il malfunzionamento di una stufetta elettrica, che sostituiva i classici termosifoni. Madre e figlio sarebbero morti d’asfissia e non perché raggiunti dalle fiamme.
Dall’altra parte del Veneto, a Refrontolo, un uomo ha ucciso moglie e figlio e poi si è tolto la vita. A rendere ancora più sconvolgente il dramma la lucida follia con la quale l’uomo, un pensionato 62enne, ha agito: dopo aver fracassato la testa della moglie, di dieci anni più giovane, ha impugnato un grosso coltello con il quale ha scagliato diversi fendenti al figlio 24enne, poi si è impiccato.
Sul posto, sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno potuto solo constatare il triplice decesso; a dare l’allarme e a far scattare le indagini che hanno rapidamente portato al rinvenimento dei cadaveri, il datore di lavoro del giovane, preoccupato perché il suo operaio non si era presentato in fabbrica, senza dare alcuna motivazione. Inquietante lo scenario che si è presentato agli inquirenti: il cadavere della donna era infatti nel bagno, quello del giovane nel letto, con ancora il coltello piantato nel fianco e quello dell’omicida-suicida in mansarda.
GM