Bundesbank: crescita Germania in ribasso, ma non recessione in Eurozona

Jens Weidmann, presidente della Bundesbank (DANIEL ROLAND/AFP/GettyImages)
Jens Weidmann, presidente della Bundesbank (DANIEL ROLAND/AFP/GettyImages)

Che la situazione economica non sia rosea in Europa è ormai risaputo. Tutti i principali istituti economici hanno rivisto al ribasso le stime di crescita, mentre il presidente della Bce Mario Draghi ha lanciato più volte l’allarme su bassa inflazione e bassa crescita, aprendo a nuove misure non convenzionali, come l’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi europei, ma al contempo invitando questi ultimi a fare di più per la crescita, completando il percorso delle riforme strutturali, e soprattutto a mettersi al lavoro per una maggiore integrazione europea. Quest’ultima invocata recentemente anche dal Ministro italiano dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Riguardo alla Germania, anche quella che è definita la locomotiva d’Europa arranca e deve fare i conti con un ridimensionamento della crescita economica. Ieri sera Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, ha annunciato che la Banca centrale tedesca “rivedrà al ribasso, alla fine della settimana, le previsioni di crescita per la Germania”. Come del resto hanno già fatto il governo tedesco e gli istituti economici internazionali. “Le prospettive di crescita per l’eurozona e per la Germania che abbiamo fatto in passato sono state troppo ottimistiche, ma considerati i segnali contrastanti degli ultimi tempi non vediamo segnali di uno sviluppo recessivo“, ha aggiunto il numero uno della Bundesbank che quindi non vede il rischio di una terza recessione in Europa, come invece paventato dall’agenzia Standard&Poor’s. Secondo Weidmann, l’Eurozona sta attraversando una fase di crescita strutturalmente debole, condizionata anche dai “rischi geopolitici e uno sviluppo dell’economia mondiale non particolarmente dinamico, cui si aggiunge l’insicurezza legata alla prosecuzione delle necessarie riforme politiche in alcuni Paesi“.

Weidmann è poi tornato ad opporsi all’acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona da parte della Banca centrale europea: “Deve essere chiaro che la politica monetaria non può risolvere i problemi strutturali nell’eurozona, né aumentare in maniera sostenibile il potenziale di crescita”, ha affermato. Secondo il presidente di Bundesbank “la manipolazione dei cambi è una politica che non rientra nei nostri obiettivi e che è pericolosa”. Per il banchiere tedesco la politica monetaria espansiva in questo momento applicata dalla Bce “sostiene lo sviluppo congiunturale, la politica fiscale è al momento neutrale e non frena più, mentre la caduta del prezzo del petrolio ha l’effetto di un piccolo programma congiunturale”.

Il presidente della Bundesbank ha parlato ieri sera a Berlino, alla conferenza stampa che si è tenuta al termine del vertice con i ministri delle Finanze e dell’Economia francesi e tedeschi insieme alla vicepresidente della Banca di Francia Anne Le Lorier. Nel suo intervento, Weidmann non ha mancato di rivolgere critiche alla Commissione europea per essere stata troppo indulgente nei confronti di Italia, Francia e Belgio nell’approvazione delle loro leggi di bilancio, senza chiedere aggiustamenti a questi Paesi che, ha sottolineato, stanno violando il Patto di Stabilità europeo.

V.B.