Cinema italiano in lutto, è morto Giulio Questi

La morte ha fatto l'uovo (pubblico dominio)
La morte ha fatto l’uovo (pubblico dominio)

Molto spesso, parlando di Quentin Tarantino, uno tra i più grandi registi del cinema mondiale, si sottolinea il suo rapporto con la filmografia di genere italiana, fermandosi poi lì, senza riuscire a citare uno solo dei maestri del nostro cinema che tanto hanno dato al regista di “Pulp Fiction”, “Kill Bill” e “Django Unchained”. Uno di loro è venuto a mancare nelle scorse ore: si tratta di Giulio Questi, che dietro la macchina da presa ha saputo spaziare tra generi che hanno reso il cinema italiano unico nel mondo, dai mondo-movies al poliziottesco, passando per lo spaghetti-western.

Proprio a quest’ultimo genere, con contaminazioni legate alla sua esperienza nella guerra di Resistenza partigiana, appartiene “Se sei vivo scappa”, interpretato da Tomas Milian nel ruolo di Hermano, senza dubbio uno dei film più censurati nella storia del cinema italiano. Così venne promossa la pellicola alla sua uscita nelle sale: “La critica entusiasta, il pubblico allibito, la censura in allarme! Il film è severamente vietato ai minori di 18 anni, perché trattasi di esperimento allucinante ai limiti del proibito. Dato il crudele realismo delle scene se ne sconsiglia la visione alle persone facilmente impressionabili”.

Il film ha ispirato una scena del più celebre “Kill Bill Vol. 2”: all’inizio della pellicola, infatti, Hermano/Tomas Milian esce dalla fossa che si era scavato lui stesso, esattamente come fa “La Sposa” Beatrix Kiddo nel film di Quentin Tarantino. Altra pellicola di successo, ma ugualmente oggetto di non pochi guai sia con la casa di produzione, che con la censura, che tagliò le scene incestuose tra la madre, interpretata da Lucia Bosé, e il figlio è “Arcana”. Meno censurato, ma altrettanto controverso, infine, “La morte ha fatto l’uovo”, giallo interpretato da Jean-Louis Trintignant e Gina Lollobrigida.

L’esperienza partigiana

Partigiano in Val Seriana, Giulio Questi scrisse diversi racconti su quell’esperienza, che pare fossero stati molto apprezzati da grandi autori di quegli anni, come Elio Vittorini. I suoi trascorsi “partigiani”, che ispirarono anche la pellicola “Se sei vivo scappa”, hanno trovato la giusta celebrazione in una raccolta di racconti pubblicata a inizio di quest’anno per Einaudi, “Uomini e Comandanti” e premiata a Varese al Premio Piero Chiara 2014. “Negli anni non mi sono mai staccato dalla memoria della Resistenza, dalla mia esperienza di due anni passati in montagna”, aveva raccontato in quell’occasione Questi, che con questo libro lascia una sorta di testamento, un passaggio di testimone alle nuove generazioni.

 

GM