
Il democratico Ashton Carter già numero due del Pentagono dall’ottobre 2011 al dicembre 2013 sarà il nuovo segretario alla Difesa. E’ la Cnn ad anticipare la notizia. Carter prenderà il posto di Chuck Hagel, dimessosi a seguito dalle pressioni provenienti dall’Amministrazione Obama a causa della strategia e dei risultati insoddisfacenti nella lotta allo Stato Islamico in Siria e in Iraq.
Ashton Carter si afferma dunque sull’altro candidato Robert Work, attuale numero due del Pentagono. Hanno declinato l’invito Jeh Johnson, segretario alla Sicurezza interna, e Michele Flournoy già numero tre della Difesa Usa, fondatrice del Center for a New American Security e ora al Boston Consulting Group. La Flournoy è sembrata in un primo momento la figura più accreditata alla successione di Hagel, ma lei e Robert Work hanno reso nota la loro indisponibilità ad assumere l’incarico. Il senatore Jack Reed, democratico del Rhode Island proveniente dall’accademia militare di West Point, aveva lasciato intendere da subito di non essere interessato all’incarico.
La freddezza dimostrata dinanzi all’eventualità di un nomina va ravvisata nella scarso appeal di un incarico sottoposto a particolari pressioni da parte della Presidenza e dall’intralcio che la guida del Pentagono negli ultimi mesi dell’Amministrazione Obama potrebbe rappresentare per chi conserva ambizioni politiche per le prossime elezioni Usa. Sorprese all’ultimo momento sono ancora possibili ma Ashton Carter sembra destinato a diventare il quarto segretario alla Difesa dell’era Obama.
E’ un esperto di altissimo profilo nella gestione dei budget militari, quello che viene definito un “wonk”, un tecnocrate. Non ha mai operato nell’esercito Usa ma è stato impegnato su alcune delle iniziative più d’avanguardia della Difesa americana, a cominciare dalla ciber-sicurezza. La sua esperienza nelle strategie di antiterrorismo, droni e tecnologie avanzate di guerra sembrano aver convinto l’Amministrazione Obama sul suo nome, sopratutto in una fase in cui gli Usa, nel contrastare lo Stato Islamico in Iraq e Siria, non sembrano intenzionati a scendere sul terreno.
Il profilo di Carter sembra inoltre non dover suscitare malumori nell’opposizione repubblicana, che avrà l’anno prossimo la completa maggioranza al Congresso e dovrà confermare la sua nomina. Tra le sue credenziali gli attestati di stima da parte di due influenti senatori del Grand Old Party il veterano John McCain e Jim Inhofe, presidente in pectore della prossima Commissione Difesa.
ADB