
Truffa ai danni di ente pubblico, contraffazione di certificazioni, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in certificati e in copie autentiche, falsità commessa da privati e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atto pubblico: queste le accuse nei confronti di 23 persone indagate nell’ambito di una presunta truffa ai danni dell’Inps. Sequestrati dai carabinieri di Napoli, su disposizione del gip firmatario dell’ordinanza, anche beni mobili e immobili “per equivalente” del valore di oltre un milione di euro, ovvero quella che secondo l’accusa sarebbe la somma sottratta all’erario pubblico.
L’indagine, avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione e poi delegata ai carabinieri di S. Giuseppe, sempre nel napoletano, è stata portata avanti anche grazie a un’apposita equipe di lavoro creata all’interno della sezione reati contro la Pubblica amministrazione della stessa Procura. I 23, in base a quanto si apprende in queste ore, avrebbero – in concorso con soggetti tutt’ora da identificare – falsificato verbali di accertamento di invalidità, che sarebbero dovuto essere prodotti dall’Asl 1 di Napoli, con tanto di falsi timbri e sigilli dello Stato.
Ciò avrebbe permesso alle persone indagate di ricevere dall’Inps pensioni di invalidità e relativi arretrati, per il valore stimato, appunto, di oltre un milione di euro. Si tratta dell’ultimo atto, almeno per il momento, di una lunghissima indagine, partita nel 2009, e che ha portato a oggi a circa 400 misure coercitive personali, 21 obblighi di dimora e beni sequestrati per il valore di oltre 18 milioni di euro.
GM