Istat: nel 2012 aumento spese in R&S, previsto calo nel 2013

Laboratorio di Ricerca e Sviluppo (ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images)
Laboratorio di Ricerca e Sviluppo (ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images)

L’Istat ha diffuso i dati riguardanti la spesa complessiva in ricerca e sviluppo del nostro Paese, relativa all’anno 2012: si tratta di 20,5 miliardi di euro, pari all’1,5% del Pil italiano. La cifra conteggia gli investimenti “intra-muros”, ossia sfruttando il proprio personale interno e le strutture, che imprese, istituzioni pubbliche e private no-profit e università hanno destinato a questo scopo. La somma è in crescita rispetto al 2011 sia in termini reali (+1,9%) sia in termini nominali (+3,5%), ma è comunque al di sotto della media aggregata Ue, dove solitamente si investono cifre al di sopra del 2% del Pil.

La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente, considerando che l’istituto di statistica ha previsto “per il 2013, una diminuzione della spesa per R&S a valori correnti (-1,5% rispetto al 2012), dovuta a flessioni nelle istituzioni pubbliche (-0,8%), nelle istituzioni non profit (-4,0%), nell’università (-0,8%) e nelle imprese (-1,8%)”. Praticamente in ogni settore. “La spesa per R&S in termini reali dovrebbe invece calare del 2,9%. Per il 2014 è attesa una diminuzione della spesa, rispetto al 2013, dell’1,9% nelle istituzioni pubbliche ed un aumento dell’1,4% nelle imprese (non sono disponibili i dati di previsione per l’università)”

Nel 2012 è cresciuta in particolare (+14,6%) la spesa per ricerca e sviluppo nelle istituzioni pubbliche ma Istat rileva che l’aumento è “dovuto in larga parte ad una più accurata contabilizzazione delle spese in alcuni importanti enti di ricerca”. Segno positivo anche per le imprese (+2,6%) e nelle università (+1,4%), mentre è in calo vertiginoso la spesa per ricerca e sviluppo degli enti privati no-profit (-8,4%).

Sommando le voci di investimento privato e pubblico, tuttavia, la differenza è ancora notevole: 11,7 miliardi (+2% rispetto al 2011) contro 8,8 (+5,6% sul 2011, ottenuto dalla somma della spesa delle istituzioni pubbliche e dell’università). La tendenza è diffusa sul territorio nazionale: al Nord-Est si registra un +6,6%, al Sud +4,1%, nel Centro Italia +0,9% e nel Nord-Ovest + 0,8%.

Nel dettaglio, Istat spiega che “Il personale impegnato in attività di ricerca (espresso in termini di unità equivalenti a tempo pieno) risulta pari a 240.179 unità, con una crescita complessiva del 5,3% rispetto al 2011 che riguarda tutti i settori: imprese (+6,8%), istituzioni pubbliche (+4,7%), istituzioni private non profit (+3,8%) e università (+3,4%)”. Cresce anche il numero di ricercatori, arrivato nel 2012 a “110.695 unità, in crescita del 4,3% sul 2011. Anche in questo caso, l’aumento investe tutti i settori: istituzioni pubbliche (+9,2%), istituzioni private non profit (+4,6%), imprese e università (+3,2%)”.

In previsione, inoltre, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo delle Amministrazioni Centrali e delle Regioni e Province autonome sono in calo per il 2013, passando da 8,8 miliardi a 8,3.

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