Jobs Act: le novità sul lavoro

Ragazze lavorano al pc (YURI KADOBNOV/AFP/Getty Images)
Ragazze lavorano al pc (YURI KADOBNOV/AFP/Getty Images)

La riforma del lavoro fortemente voluta dal premier Matteo Renzi, e chiamata Jobs Act, è stata approvata ieri sera in via definitiva con il voto di fiducia al Senato. Tante le novità introdotte, tra cui la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (quello sul reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa) per i neo assunti e l’introduzione del contratto a tutele crescenti. Sono stati riformati anche gli ammortizzatori sociali e l’Aspi introdotta dalll’ex Ministro del Lavoro Fornero. Vediamo quali sono le principali novità della riforma.

Articolo 18 Statuto dei Lavoratori

E’ stata la parte più controversa della riforma che ha provocato una vera e propria spaccatura all’interno del Partito democratico. L’articolo era stato già modificato dal governo Monti, che aveva introdotto solo un’indennità o risarcimento per licenziamento disciplinare o economico ingiustificati, salvo il giudice non accertasse la manifesta insussistenza dei motivi  che avrebbe portato all’applicazione del reintegro. Ora, con il Jobs Act, il diritto al reintegro nel posto di lavoro rimarrà così com’è solo per coloro che sono stati già assunti con contratto a tempo indeterminato, mentre per i nuovi assunti il diritto al reintegro rimane solo per i licenziamenti di nulli e discriminatori e per alcuni casi di quelli disciplinari, che dovranno essere indicati nei decreti delegati. Qualora un lavoratore neo assunto venga licenziato per motivi economici che si rivelassero ingiustificati avrà diritto al solo indennizzo, con i decreti delegati dovrebbero essere introdotti indennizzi più vantaggiosi, forse defiscalizzati, a chi rinuncia al contenzioso con il datore di lavoro e soprattutto crescenti con l’anzianità di servizio. Anche i motivi economici del licenziamento andranno specificati nei decreti attuativi della legge. Riguardo ai licenziamenti disciplinari, dovranno essere individuati i comportamenti sanzionabili, ma, esclusi alcuni casi estremi, secondo la nuova legge non dovrebbero dare luogo al reintegro. Un aspetto questo che rischia di creare un’altra disparità nel mercato del lavoro, tra vecchi assunti e neo assunti. Comunque con i decreti delegati si punta ad una tipizzazione dei licenziamenti ingiustificati che danno diritto al reintegro o al solo indennizzo, per limitare la discrezionalità dei giudici introdotta con la procedura prevista dalla riforma Fornero.

Contratto a tutele crescenti

Per i neo assunti viene introdotto il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, legate all’anzianità di servizio. Per le aziende che assumono nuovi lavoratori sono previsti dalla Legge di Stabilità sgravi contributivi per i primi tre anni del rapporto di lavoro. Se entro il mese di dicembre verranno approvati i decreti attuativi della legge, il nuovo contratto, con gli sgravi, sarà applicabile già dal 1° gennaio 2015.

Cancellazione dei contratti co.co.co e co.co.pro.

Con l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, l’obiettivo è quello di eliminare le collaborazioni coordinate e continuative e a progetto, al fine di ridurre le forme contrattuali che affollano il mercato del lavoro, causando confusione e disparità di trattamento. Il governo intende predisporre un testo organico di disciplina delle varie tipologie contrattuali di lavoro, puntando a rendere il contratto a tutele crescenti la modalità normale di assunzione. In base ad un emendamento alla legge,  introdotto dal governo,  le collaborazioni coordinate e continuative rimarranno in vigore “fino a esaurimento”.

Flessibilità su mansioni

Viene introdotta maggiore flessibilità riguardo alle mansioni del lavoratore, legandole ad esigenze di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, salvaguardando comunque il posto di lavoro per il lavoratore, la sua professionalità e le condizioni di vita, con alcuni limiti alle possibilità da parte dell’azienda di modificare il suo inquadramento professionale. Comunque si facilita il passaggio da una mansione all’altra, introducendo anche la possibilità di demansionamento.

Controlli a distanza

Viene modificata la normativa dello Statuto dei lavoratori sui controlli a distanza, finora vietati, introducendo la possibilità di controllare impianti, macchinari e strumenti di lavoro, anche ricorrendo all’uso di telecamere o altri strumenti tecnologici.

Cassa integrazione

Viene riformata la cassa integrazione, introducendo la impossibilità di autorizzarla in caso di cessazione “definitiva” dell’attività dell’azienda o di un ramo di essa. Solo in presenza di concrete prospettive di proseguimento o di ripresa dell’attività aziendale potrà continuare l’erogazione della cassa integrazione. Si vuole poi assicurare una garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del lavoratore. I limiti alla durata dell’assegno per i lavoratori in cassa integrazione saranno riformati. Al momento la legge prevede due anni per la cig ordinaria e quattro anni per quella straordinaria. Verrà inoltre prevista una maggiore partecipazione alla cassa integrazione da parte delle aziende che la utilizzano. Nella riforma si prevede anche una riduzione delle aliquote ordinarie, al momento all’1,9% della retribuzione.

Nuova Aspi

Viene modificato il sussidio di disoccupazione Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego), la cui durata dovrà essere commisurata alla “pregressa storia contributiva” del lavoratore. Si prevede poi l’incremento della durata massima dell’Aspi per i lavoratori con una lunga storia contributiva (al momento la durata massima è di 18 mesi). La riforma, soprattutto, prevede l’estensione dell’Aspi ai lavoratori  con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, fino al superamento di questo tipo di rapporto di lavoro. Si tratta di circa 300mila collaboratori che al momento sono sprovvisti di questa tutela, che verrà applicata anche quelli con contratti di lavoro discontinui: 3-4 mesi di contratti in due anni.  Mentre per le persone che si trovano in una situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo l’Aspi una ulteriore prestazione sociale, eventualmente priva di contributi figurativi. L’obiettivo del governo, comunque, è quello di rendere universale l’Aspi, unendo Aspi e mini.Aspi, introdotte dalla riforma Fornero. Nel 2015 saranno stanziati per gli ammortizzatori sociali 2,9 miliardi di euro. Ai 2,2 miliardi previsti nella legge di Stabilità, saranno aggiunti altri 700 milioni già stanziati nel Fondo per l’occupazione, ha spiegato il Ministro del Lavoro Poletti alla commissione Lavoro della Camera nella riunione sui decreti delegati.

Conciliazione tempi di vita e lavoro

Nel Jobs Act vengono introdotte delle misure che dispongono l’estensione dell’indennità di maternità anche alle lavoratrici parasubordinate per le quali non sono stati versati contributi e alcune forme di credito d’imposta per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli disabili non autosufficienti.

Agenzia nazionale per l’impiego

Il Jobs Act prevede anche l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’impiego, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, semplificare le procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, incentivare le assunzioni e gestire l’Aspi. Lo scopo è quello di ridurre gli adempimenti e dunque la burocrazia a carico delle imprese e dei lavoratori e si punta a realizzare tutti gli adempimenti in via telematica.

Ora, il prossimo obiettivo del governo è quello di approvare entro dicembre i primi decreti delegati, in particolare quelli sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

V.B.