Le sanzioni Ue non indeboliscono Putin: popolarità in Russia all’85%

Putin Crimea Ucraina sanzioni
Valdimir Putin (Alexey Druzhinin/Getty Images)

Mosca non è Brisbane. Il messaggio di fine anno del presidente russo Vladimir Putin all’Assemblea federale, le Camere riunite del Parlamento sarà probabilmente ricordato tra i più significativi per le particolari condizioni in cui si trova i Paese e lo stesso leader russo. Se la Russia sembra messa alle stretta da una crisi economica incrementata dalle sanzioni Ue la popolarità di Putin non ne ha risentito affatto al punto che a fine novembre – secondo il centro statistico indipendente Levada – il presidente ha raggiunto l’85% dei consensi. Parole orgogliose, quelle di Putin, piene di rivendicazioni culturali e di propositi per il rilancio dell’Economia nel bene e nel medio periodo scandite da un leader messo alle strette sul piano internazionale, ma che può contare su un fronte interno straordinariamente compatto, nonostante il Paese stia vivendo la svalutazione del rublo, il calo del prezzo del petrolio, le sanzioni economiche e le gravi tensioni con l’Occidente per la crisi Ucraina. Il discorso di oggi si è tenuto dopo che il governo ha annunciato un periodo di recessione e la Banca centrale ha annunciato che interverrà senza limiti per arginare  un crollo del rublo che mette a rischio al stabilità finanziaria russa. Ciononostante l’atmosfera alla Duma non era certo quella di un Assemblea dinanzi ad un disastro imminente.

Crimea ed Ucraina

Il discorso si è tenuto nel Gran Palazzo del Cremlino alla presenza di 1.000 persone. In prima fila il premier Dmitri Medvedev, insieme a Kirill Vladimirovič Romanov il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie,un ritorno significativo dopo l’assenza nell’ultimo discorso di Putin all’Assemblea federale, a marzo dopo l’annessione della Crimea. tra deputati e senatori, membri del governo, i vertici della Corte Costituzione e della Corte Suprema, governatori e presidenti dei parlamenti regionali, gli altri leader religiosi del Paese e i direttori dei principali media. Presentii anche i nuovi rappresentanti della Crimea e Sebastopoli.
Ed è proprio sulle questioni territoriali che Putin inizia il suo discorso dalla Crimea e dall’Ucraina motivi di contrasto con l’Unione Europea e con l’Occidente al punto da provocare le sanzioni contro il Cremlino. Putin ha detto: “Per la Russia, la Crimea ha un valore, enorme, sacro e civile, come il monte del tempio di Gerusalemme”. Un valore ed un riconoscimento reciproci al punto che la Crimea “ha deciso autonomamente e liberamente di unirsi alla Russia” ha detto Putin appellandosi a un’idea di Grande Russia riaffiorata prepotentemente con la crisi ucraina. La Russia è “uno stato che ha dimostrato la propria sovranità – ha detto Putin – E questo è stato possibile solo grazie a voi cittadini”. Il presidente ha proseguito: “La Russia “rispetterà sempre il popolo fratello dell’Ucraina e la sua sovranità” osservando come “la tragedia nel sud-est stia lì a dimostrate che la politica russa verso la crisi è “giusta”. Una crisi – ha osservato orgogliosamente Putin – scatenata anche dal fatto che Mosca non sia stata inizialmente considerata dal governo di Kiev nonostante “gli aiuti” prestati anche dopo il crollo dell’Urss all’Ucraina.

Le sanzioni dell’Occidente

Secondo il leader del Cremlino la crisi ad Est è stato un pretesto, da parte degli Occidentali, per imporre sanzioni alla Russia per frenare la crescita del Paese”. Qui il presidente è stato molto diretto “le sanzioni sono una reazione nervosa degli Stati Uniti e dei loro alleati”. La politica di contenimento verso la Russia“non è stata inventata ieri” ha detto “esiste da decenni, se non secoli”. Un metodo che Putin ritiene ispirato dal cinismo. “I nostri amici americani, direttamente o da dietro le quinte influenzano sempre le relazioni con i nostri vicini, a volte non si sa con chi parlare: con i governi di alcuni paesi o direttamente con i loro protettori americani”ha presidente. Tuttavia, per Putin, tentare di “parlare con la Russia da una posizione di forza non ha senso”. Il Paese non parteciperà ad una corsa al riarmo ma – ha ammonito – “si difenderà”. Ma dopo l’ennesima annotazione d’orgoglio ha continuato, tendendo la mano verso l’Occidente “la Russia non sceglierà mai l’isolamento o la ricerca di nemici” come se fosse certo che la politica di pressione verso il Paese sia destinata a fallire o ad essere rivista da quegli stessi Paesi che l’ahho promossa: “La Russia non interromperà la cooperazione con gli Usa e l’Europa. Il nostro obiettivo di avere quanti più partner affidabili”, Quello che attende la Russia è un passaggio delicato ma il capo del Cremlino sembra certo di superare il guado.

Rilancio dell’economia, stop alla tassazione

“Tempi stressanti e difficili attendono la Russia” ma “le sanzioni” occidentali e altri vincoli esterni “sono un enorme incentivo per il rapido sviluppo” del Paese, ha detto il presidente russo secondo cui si dovrà invertire il trend a zero crescita inaugurato negli ultimi mesi dalla Russia. Il Paese dovrà nel breve far convivere due obiettivi: controllare l’inflazione e stimolare la crescita che nelle prospettive di breve e medio termine dovrà diventare tre o quattro volte più veloce. “Alle sanzioni si risponde dando più libertà. Il governo russo – ha detto ancora Putin – deve ridurre il controllo sul business e lo deve fare nel 2015, oltre a congelare il livello di tassazione per quattro anni. I rapporti tra le imprese e lo stato dovranno essere basati sul partenariato e la parità di dialogo” ha continuato Putin lasciando presagire un cambio di rotta nelle politiche fiscali. Putin propone una “amnistia totale” per favorire il rientro dei capitali in Russia. “Chi legalizza i suoi capitali e proprietà nel Paese” ha promesso “ avrà la “garanzia che autorità non solleveranno questioni fiscali o giudiziarie nei  suoi confronti”

Tutela del risparmio

Inoltre secondo Putin i “risparmi” della Russia dovrebbero diventare una fonte per gli investimenti nello sviluppo. “Abbiamo una grande quantità di risparmio interno, abbiamo bisogno che queste risorse diventino investimenti efficaci. Entro il 2018, a dispetto di vincoli esterni, è necessario portare il tasso annuo degli investimenti al 25% del Pil” ha detto. Questo significa che, abbiamo da risparmiare tanto e dobbiamo investire. I nostri risparmi devono lavorare per l’economia nazionale, andare allo sviluppo, piuttosto che promuovere l’esportazione di capitali. Ciò richiede anche di migliorare significativamente la stabilità del sistema bancario”. “Per generare un margine aggiuntivo di sicurezza per il sistema finanziario – ha detto ancora Putin – abbiamo un grande mercato interno e le risorse naturali, il capitale e la ricerca scientifica. Ci sono talenti, intelligenze, persone laboriose che possono imparare in fretta cose nuove. La cosa principale ora: dare ai cittadini la possibilità di rivelare se stessi. Libertà per lo sviluppo, iniziative economiche civili, questa è la migliore risposta sia ai vincoli esterni che ai nostri problemi interni” ha detto ancora il leader del Cremlino che ha chiesto al governo e alla Banca centrale “azioni dure e coordinate” contro le speculazioni sul rublo.

Difesa del rublo

“La Banca centrale ha scelto un regime di libera fluttuazione dei cambi, ma questo non significa che il rublo possa diventare oggetto di speculazione finanziaria che resta impunita. Chiedo per questo alla Banca centrale e al Governo di svolgere un’azione severa, coordinata per scoraggiare gli speculatori dal giocare con le fluttuazioni del tasso di cambio della valuta russa. Le autorità sanno chi sono questi speculatori, e ci sono strumenti per colpirli. E’ tempo di usare questi strumenti”.
“Il presidente ha mandato un messaggio chiaro: la Russia è forte e siamo in grado di difendere la sua sovranità in ogni situazione” ha dichiarato al termine del discorso Dmitri Peskov il portavoce del Cremlino.

ADB