
Un premier Matteo Renzi che si dice “sconvolto” dai risvolti dell’indagine “Mondo di mezzo” che ha scoperchiato un sistema di organizzazione di stampo malavitosa soprannominato “Mafia Capitale“, guidato da Massimo Carminati, 56 anni, ex terrorista di estrema destra dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana e nel quale sono coinvolti anche politici comunali e regionali bipartisan.
Mentre il premier ha annunciato di commissariare il Pd romano, “ci vuole una pulizia totale. Un commissario” e il Movimento Cinque Stelle ha chiesto alla Procura di annullare la giunta capitolina, l’indagine condotta dalla Procura di Roma prosegue e dovrebbe allargarsi.
Fotografia di Poletti ad una cena organizzata da Buzzi
Fa scalpore una fotografia circolata ieri che ritrae l’attuale Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ad un cena sociale in un centro d’accoglienza della cooperativa 29 Giugno, organizzata da Salvatore Buzzi, braccio destro di Carminati e presidente di un consorzio di cooperative legate alla Legacoop, alla quale erano presenti l’ex sindaco Gianni Alemanno, l’ex capo dell’Ama Franco Panzironi (arrestato con Buzzi), un esponente del clan dei Casamonica, l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, dimissionario e che nel 2010 era consigliere Pd e pure lui indagato, l’ex portavoce dell’ex sindaco Sveva Belviso e Umberto Marroni, parlamentare Pd citato da Buzzi in un’intercettazione nella quale Buzzi fa sapere che proverà a lanciarlo alle primarie democratiche per il sindaco di Roma.
Per cui, sul caso è intervenuto lo stesso Roberto Saviano che con un articolo pubblicato dal quotidiano Repubblica ha chiesto chiarimenti al ministro per la cena alla quale ha preso parte: “Che ci faceva, Poletti, quando non era ancora ministro ma presidente di Legacoop Nazionale, nel 2010, ad una cena di ringraziamento organizzata proprio da Buzzi per tutti i politici che ci sono a fianco“?
Nella sua premessa Saviano ricorda che Poletti non è indagato, né tantomeno che deve rispondere alle domande degli inquirenti, ma deve rispondere quanto meno ai cittadini: “Buzzi ha ucciso ed è stato condannato a 24 anni per omicidio. Ex impiegato di banca vicino all’estrema sinistra, è diventato uno degli uomini più rilevanti dell’imprenditoria capitolina”, sottolinea Saviano che conclude ricordando le parole di Renzi che nel suo discorso ha dichiarato che “non si può mettere in mezzo Poletti perché ha partecipato ad una cena”.
“Giusto: non c’è, ripetiamo, nessun reato che viene contestato. Ma è politicamente che questo rapporto può essere considerato grave, anzi gravissimo. È di questo che il ministro deve rispondere al Paese e in Parlamento. Non basta dire non sapevo, non potevo sapere, non c’entro. Non si tratta di una semplice foto scattata, ma di un rapporto continuativo, durato anni. Perché?”, rilancia l’autore di “Gomorra”.
Sodalizio tra Buzzi e Carminati
Saviano ricorda il sodalizio tra Buzzi e Carminati e come Buzzi dopo essere uscito dal carcere si sia poi riciclato nel “terzo settore” creando una serie di società che raccolgono ex detenuti: “La 29 Giugno è cooperativa sociale di tipo b nata a Roma nel 1985 ed ha come scopo sociale l’inserimento lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette svantaggiate, disabili fisici e psichici, tossicodipendenti ed ex, e più in generale delle persone appartenenti alle fasce deboli della società (senza fissa dimora, vittime della tratta, immigrati)”. Grazie a Carminati, Buzzi ottiene molti appalti e guadagni proficui come emerge appunto dalla telefonata intercettata riguardo al suo business: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”, si sente dire da Buzzi.
Perché Poletti era a quella cena
A Saviano non basta sapere che Poletti era a quella cena perché era presidente di Legacoop: “Non è risposta sufficiente. Quella era una cena di ringraziamento: e la presenza del presidente non era necessaria”, ha poi concluso Saviano.
In un’intervista al Messaggero, Poletti aveva commentato: “Sono stufo di essere tirato in ballo per quella foto dei 2010. Come presidente della Lega coop partecipavo a migliaia di iniziative e non potevo conoscere tutti coloro che incontravo”.
“E in ogni caso non c’è alcuna mia responsabilità. Sto tornando in Senato ad occuparmi del Jobs act, ho appena posto la fiducia sulla legge delega e non vorrei dedicare altro tempo a quella foto”, ha poi concluso il ministro.
C.D.