Mafia Capitale: arrestato il giovane boss che amava circolare in Ferrari

Campidoglio, Roma (Filippo Monteforte/Afp/ Getty images)
Campidoglio, Roma (Filippo Monteforte/Afp/ Getty images)

Nuovi risvolti nell’inchiesta “Mondo di Mezzo“: ieri è stato arrestato all’aeroporto di Roma Fiumicino il giovane boss latitante Giovanni De Carlo, classe 1975, indagato per trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento, con l’aggravante mafiosa.
De Carlo, conosciuto anche come il “Giovannone” viene considerato l'”ombra della Cupola”, l’organizzazione di stampo mafiosa a cui era a capo l’ex dei Nar, Massimo Carminati, che ha portato ad un centinaio di indagati, tra i quali politici e amministratori.
De Carlo è stato intercettato al suo arrivo a Roma con un volo da Doha e risulta essere “un invisibile per la giustizia” ovvero che su di lui non vi è nessun precedente.
Eppure, Ernesto Diotallevi, uno dei capi della Banda della Magliana, aveva fatto capire che il figlio di Leonardo, alias Giovannone, era il nuovo boss, durante una conversazione intercettata dai carabinieri del Ros risalente al 21 dicembre 2012 ed inserita nell’ordinanza di custodia cautelare.

Dall’inchiesta Mafia Capitale, Giovannone, risulta essere amico d’affari di Carminati.
Il suo stile di vita, con due case al centro di Roma, una in via del Gesù l’alta a Piazza Cavour di certo non è passato inosservato: infatti, il giovane boss amava la vita mondana, per cui frequentava i locali più in vogue della Capitale con persone vip e amava cambiare l’auto, passando dalla Smart alla Ferrari.
Tanto che pare che il suo avvocato fu costretto a dirgli: “Allora tu, la Ferrari, non la devi toccà….e te devi anche trovà un lavoro”.

Nella motivazione scritta dal gip Flavia Costantini nell’ordinanza di custodia cautelare. Giovannone viene definito “uno che ha fatto del crimine una scelta di vita. Un personaggio primario nella cupola romana, un’ombra, stimato per il suo modo felpato di muoversi nell’economia illecita”.
Secondo le indiscrezioni i rapporti tra Giovannone e Carminati negli ultimi tempi si era incrinati perché Carminati, detto anche “Er Cecato”, avrebbe tenuto un “atteggiamento troppo verticistico”.
Lo steso Fabio Gaudenzi, che sarebbe l’addetto al riciclaggio per l’associazione criminale, aveva parlato con il De Carlo sottolineando che Carminati “quando c’è da guadagnà, guadagna lui, quando c’è da…il problema è un problema di tutti”.
Il Gaudenzi avrebbe poi detto a De Carlo, che nel frattempo era “cresciuto” e che “non era più un ragazzino”: “Non vuoi stà più sotto la cappella di Carminati. E infatti. Giovà non è che sei uno non noto! Tu sei notissimo”, aveva aggiunto Gaudenzi.

C.D.