Padoan: stiamo cambiando Italia e Ue

Pier Carlo Padoan (MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)
Pier Carlo Padoan (MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)

Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha inviato una lettera al Corriere della Sera in cui rivendica i meriti del governo Renzi nel cammino sulle riforme e in particolar modo nell’azione tesa a cambiare l’Italia e le istituzioni europee: “Il lavoro che il governo e l’amministrazione stanno conducendo con tenacia sta già contribuendo a cambiare l’orientamento del Paese e delle istituzioni comunitarie“, scrive Padoan. La lettera del Ministro è inviata in risposta ad un articolo pubblicato sul quotidiano il 4 dicembre, “L’ultima occasione per riscattare il semestre europeo“, a firma di Luigi Offeddu, in cui si critica l’operato del governo nel semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Secondo Padoan l’articolo “sottovaluta quanto è stato fatto dall’Italia a partire dal primo luglio“, data di inizio del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue.

Il Ministro dell’Economia, poi, avoca a sé e all’azione del governo di Matteo Renzi anche il merito del lancio del piano di investimenti da parte del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker: “Mi limito a ricordare che sei mesi fa crescita e investimenti erano temi estranei alla prospettiva di Bruxelles“, invece, “grazie all’iniziativa italiana, oggi l’Unione Europea è al lavoro su tre fronti: le carenze sia sul lato della domanda che sul lato dell’offerta, la necessità di spingere l’acceleratore sugli investimenti” e “la relazione tra l’attuazione delle riforme strutturali e la flessibilità nel consolidamento di bilancio”. Riguardo a quest’ultimo punto l’Italia ha ottenuto l’approvazione della Commissione Ue sulla legge di Stabilità, ora al varo del parlamento, nonostante le regole europee sul piano di rientro del debito pubblico non siano pienamente ottemperate. Inoltre, il piano Juncker prevede la possibilità di non considerare nel calcolo di deficit e debito i contributi volontari che gli Stati volessero versare nel nuovo Fondo europeo per gli investimenti istituito dal piano Juncker. Queste sono concessioni a quella flessibilità più volte richiesta all’Unione europea e in cui una parte decisiva l’avrebbe giocata proprio il governo Renzi, grazie anche agli accordi del premier italiano con Juncker.

Tra gli altri meriti del governo, Padoan richiama “i risultati raggiunti nelle misure di contrasto a evasione ed elusione fiscale“, di cui l’articolo del Corriere non terrebbe conto quando ricorda al governo l’impegno che si era preso di “migliorare l’integrazione interna”, e “la Capital Markets Union (l’unione dei mercati dei capitali europei, ndr) quale passo ulteriore per l’integrazione del mercato finanziario” europeo, il prossimo passo in Europa del governo Renzi. “Questi – aggiunge il Ministro – sono solo gli esiti più evidenti di un lavoro negoziale che deve mettere d’accordo 28 Stati diversi. In Europa come in Italia non esistono bacchette magiche e i risultati non si manifestano da un giorno all’altro, ma il lavoro che il governo e l’amministrazione stanno conducendo con tenacia sta già contribuendo a cambiare l’orientamento del Paese e delle istituzioni comunitarie”, conclude il Ministro dell’Economia.

V.B.