Forconi, un anno dopo: flop delle nuove proteste

Forconi, un anno fa (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Forconi, un anno fa (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

A quasi un anno da quel “rivoluzionario” 9 dicembre, torna in piazza il Movimento dei Forconi, che da Nord a Sud della Penisola provò a bloccare l’Italia con scarso successo. Quest’anno, però, forse anche per il sedimentarsi di proteste più strutturate guidate in ordine sparso da sindacati, movimenti sociali, comitati civici e organizzazioni politiche extraparlamentari, a scendere in piazza in tutta Italia sono stati in questi giorni non più di qualche decina di militanti. Il caso più clamoroso quello di Torino, che fu la città maggiormente scossa da quelle proteste un anno fa: un ingente dispositivo di forze dell’ordine, composto da centinaia di agenti e uomini dell’Arma, ha dovuto fronteggiare 7-8 audaci che, bandiera italiana pronta da sventolare, si sono ritrovati all’appuntamento.

Qualche militante in più è riuscito invece a smuovere Danilo Calvani nella sua Latina: il corteo di trattori organizzato da quello che fu un po’ il personaggio simbolo un anno fa, oggetto di non poche contestazioni, non è passato inosservato e un po’ di disagi al traffico la sua iniziativa ha creato. A Bologna, la protesta per “mandare via tutti i politici” unisce “il Vichingo” Davide Fabbri e “l’uomo dello sgabello in Piazza Maggiore” Ferdinando Pozzati Piva: la location scelta è nei pressi del Motor Show, ovviamente frequentatissimo in questo fine settimana. A Vicenza, invece, nessun blocco stradale, nonostante alcuni annunci e la protesta si è risolta in un volantinaggio che non ha comunque attecchito tra gli automobilisti.

Addirittura due i concentramenti a Padova, in Prato della Valle e in zona industriale, vicino all’Idrovia, ma anche qui le forze dell’ordine sono di gran lunga in numero superiore; anche a Savona, dove lo scorso anno si era registrato uno degli episodi più controversi, con l’assalto a una libreria, in questi giorni si sono avuti poco più di una ventina i militanti “forconi”, tutti giovanissimi, pronti a dar filo da torcere al governo Renzi: obiettivo della protesta la sede di Equitalia. Qui, il portavoce Ned Taubl ha dovuto sottolineare che quella protesta nulla ha a che vedere col neofascismo: “I nostri valori sono improntati alla trasparenza: non siamo certo neofascisti, morti e sepolti da oltre 70 anni. Se nella protesta qualche cittadino risulta avere la tessera dei partiti di destra, ne passa di acqua sotto i ponti per bollarci come movimento xenofobo. Chi parla risulta tra l’altro essere iscritto alla Cgil dal 1990”.

Tutti a Roma

Le proteste a livello territoriale del Movimento dei Forconi proseguiranno fino a lunedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata, poi martedì si svolgerà a Roma una manifestazione nazionale, “più incazzati di prima”, pronti a “scatenare l’inferno” non appena scadrà l’ultimatum, l’ennesimo, che i manifestanti lanciano al governo: in giornate così convulse, con critiche che piovono da più parti rispetto alle questioni più disparate, quello che viene dalla protesta dei Forconi sembra per l’esecutivo guidato da Matteo Renzi l’ultimo dei problemi.

 

GM