Inchiesta sul Campidoglio, soldi per tutti

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34 milioni di euro dalle casse del Campidoglio alle rete di cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi, il braccio imprenditoriale di Massimo Carminati. Una fortuna che sarebbe stata in parte “anticipata” alla politica sotto forma di elargizioni per i candidati i quali, una volta eletti, avrebbero dovuto favorire il gruppo delle cooperative nell’assegnazione degli appalti. Nelle pagine dell’inchiesta compaiono versamenti in chiaro a favore delle fondazioni riconducibili a Gianni Alemanno, Ignazio Marino, e ad Emma Bonino. Ma non erano trascurati altre candidati in grado di svolgere un ruolo di primo piano nell’entourage del sindaco eletto.

La Bonino, Alemanno e Marino

Nel 2010 la coop di Buzzi versa 10.000 euro al comitato Emma Bonino. Accade un mese dopo l’inizio della sua corsa per la Regione Lazio. Due anni dopo Massimo Carminati è già al fianco di Buzzi e le iniziative si intensificano. La Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemmanno riceve 68.500 euro. Il dado è tratto. La corsa per il Campidoglio del 2013 è contraddistinta da 13 bonifici a titolo di contributi per la campagna elettorale, su entrambi i fronti. Al futuro Sindaco Ignazio Marino vanno 30.000 euro; al futuro assessore alla Casa Daniele Ozzimo 20.000 euro. Il futuro Vice Sindaco Luigi Nieri si verdè consegnare 5.000 euro. Il sistema non prevedeva di puntare su un cavallo solo, ma su tutti. Gianni Alemmanno ha un sostegno di 15.000 euro; il Comitato Elettorale Roma 2013 ne riceve 20.000.

174 appalti in dieci anni

Altri versamenti vanno ai candidati alla presidenze dei Municipi. Un sistema che, secondo la tesi degli inquirenti, prevedeva un ritorno in termini di appalti a favore di coop e consorzi riconducibili alla persona di Buzzi, presente nei cda o nei collegi di 18 società che operano nel settore dei rifiuti, della pulizia urbana, dell’accoglienza ai migranti e della cooperazione. Sotto l’amministrazione Rutelli le cooperative riconducibili a Buzzi ottennero 11 appalti. Il salto di qualità si ha con Walter Veltroni: 66 per un valore complessivo di 6,1 milioni. Con Alemanno si giunge 97 appalti, per poco meno di dieci milioni. Ben 174 appalti ottenuti in dieci anni con esiti esponenziali sugli introiti. Nel 1996 le società riconducibili a Buzzi fatturavano due milioni. Diventati 56 lo scorso anno. Due i milioni di euro  nel 1996, diventali 56 milioni nel 2013. “Da due…a cinquantasei. De che stamo a parlà?..” dice Buzzi nel corso di una conversazione finita nell’inchiesta. Di Mafia, secondo la Procura di Roma.

ADB