Lo sfogo della madre di Loris: “Ce l’hanno tutti con me”

Loris Stival, il luogo del ritrovamento (screenshot Youtube)
Loris Stival, il luogo del ritrovamento (screenshot Youtube)

“Basta, non ne posso più. Cosa vogliono da me? Io ho detto la verità. Io voglio solo il mio bambino. Perché non me lo danno? Voglio toccarlo, voglio abbracciarlo”, sarebbero queste le parole urlate in casa da Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris Stival, il bambino di otto anni ritrovato morto una settimana fa a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, dopo che non si era presentato a scuola. Per quel delitto, c’è un solo indagato per omicidio volontario, ovvero Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino in un burrone.

Veronica Panarello non è invece indagata e sfoga così la sua rabbia: “Io ho detto la verità, sono innocente, qui sono tutti contro di me”. Le parole della donna, riferite dal sito del quotidiano ‘La Repubblica’, sarebbero state uno sfogo ai familiari e al suo legale, Francesco Velardita: la madre di Loris Stival continua a sostenere di avere solo voglia di riabbracciare per l’ultima volta il suo piccolo, anche se le notizie che filtrano dall’inchiesta sottolineano non poche contraddizioni nel suo racconto.

Nel frattempo, il luogo in cui è stato ritrovato il cadavere del piccolo Loris Stival è oggetto di un viavai di parenti, conoscenti, ma anche semplici curiosi, che lasciano fiori e dedicati biglietti alla memoria del bambino; uno di questi recita: “Buon viaggio piccolo Loris, che tu possa trovare in cielo la pace che in terra non hai mai avuto”.

L’alibi di Orazio Fidone

Intanto, Pietro Savà, legale di Orazio Fidone, sostiene che il suo assistito “ha passato le pene dell’Inferno”, ma “sarebbe pronto a rifarlo”. Il cacciatore avrebbe comunque “un alibi di ferro”, sostiene il suo avvocato: “Diverse persone possono testimoniare che al momento del delitto era in un altro posto, e lui non ha il bene dell’ubiquità”. Poi aggiunge: “Fidone non è l’orco e neppure l’assassino, ed è diventato insopportabile sentire tesi basate sul nulla”.

Savà insiste: “Fidone non è andato a cercare il bambino direttamente al mulino vecchio, e non lo ha trovato subito, ma dopo diversi giri. Se qualcuno vuole criminalizzare l’intuito lo faccia, ma è sbagliato”. Il legale ha detto ancora: “Dopo otto giorni di silenzio per rispetto al dolore della famiglia e al lavoro delle istituzioni. Devo dare atto alle forze dell’ordine di avere fatto bene il loro lavoro e di avere sempre rispettato il mio cliente. Anche la Procura, perché nonostante la pressione mediatica ha agito con grande correttezza e pacatezza”.

Il cacciatore conosce “soltanto il nonno paterno perché gli aveva fatto dei lavori da idraulico a casa”, ha detto infine l’avvocato, mentre Fidone, da parte sua, si dice fiducioso in una rapida soluzione: “Non è stato facile e semplice, soprattutto per la mia famiglia che sta soffrendo maledettamente, ma per fortuna le cose stanno finendo. Chiedo ai giornalisti di non andare nelle scuole per non fare subire questo shock tremendo ai bambini creato da questa condizione mediatica. Agli investigatori auguro di venire a capo di tutto nel più breve tempo possibile”.

Il profilo fake di Veronica Panarello

Come sempre, quando un caso diviene mediatico, c’è sempre – per così dire – qualche buontempone che credendo di fare cosa gradita al popolo dei social network realizza dei profili in cui vengono messi alla gogna i presunti assassini e – nel caso in questione – una donna che, non smettiamo di ricordarlo, ancora non è nemmeno indagata. Qualche ora fa, infatti, è apparsa su Facebook una pagina fan dedicata a “Veronica Panarello, comico”, sulla quale in decine stanno già indirizzando accuse e insulti di ogni tipo alla madre di Loris Stival.

 

GM