
Prima di essere eletto europarlamentare della Lega Nord alle recenti europee, l’onorevole Gianluca Buonanno si è fatto più volte notare per alcune sue uscite: per citare qualche esempio, a febbraio si votava un decreto legge sulle carceri e il deputato leghista prima sventolava in Aula delle manette, poi esponeva un cartello in cui apostrofava come “complice dei mafiosi” il Pd; rivolgendosi in un’altra occasione ai parlamentari di Sel invece li scherniva: “Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di ‘Sinistra e liberta cambino nome e si chiamino, invece, Sodomia e libertà”; ancora, in piene proteste popolari legate al Movimento dei Forconi, l’esponente del Carroccio brandiva proprio l’utensile da campagna; in molti però lo ricordano per aver sventolato in pesce nell’Aula di Montecitorio.
Anche da sindaco di Varallo Sesia, Buonanno si era fatto notare, per esempio quando nell’agosto 2010 ha emesso un’ordinanza che “proibisce su tutto il territorio comunale ai fini della tutela, della tranquillità, della sicurezza e dell’ordine pubblico di proferire bestemmie e ingiurie”. La multa in caso di bestemmie e ingiurie era di 100 euro e Buonanno aveva spiegato: “L’uso di pronunciare bestemmie e ingiurie di contenuto triviale nei confronti della religione cattolica, dei suoi Simboli e delle Persone da esse rappresentate e venerate è diventato troppo comune e si pone come un fenomeno altamente diseducativo. A ciò si aggiunge il fatto che il ricorso a tali comportamenti non è consono alla Città di Varallo il cui simbolo religioso, ovvero il Sacro Monte, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, merita il dovuto rispetto”.
L’anno scorso, infine, lanciò la provocatoria proposta di regalare preservativi agli stranieri, perché intimorito – spiegava Buonanno – che “gli italiani in difficoltà economiche possano sentirsi svantaggiati a discapito degli stranieri, di fatto in numero sempre maggiore nell’accesso agli aiuti comunali, comprese le case popolari avendo loro di norma famiglie numerose”.
La condanna
Senza dubbio l’episodio più controverso della carriera politica di Buonanno è legato a dei cartelli comparsi a Varallo Sesia, in cui si diceva sostanzialmente “no a burqa e vu cumprà”: i primi cartelli risalgono al 2009 e l’attuale europarlamentare e sindaco di Borgosesia; già allora alcuni esponenti dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione intentarono una causa civile per la rimozione dei cartelli, considerati discriminatori. I cartelli vennero rimossi, ma Buonanno non si diede pace.
Questa l’accusa che lanciò dopo la prima sentenza: “Il ricorso presentato dai 4 comunistoidi contro i cartelli situati agli ingressi della città di Varallo è costato alla collettività oltre 3000 euro di spese legali! Soldi che invece potevano essere usati come ulteriori aiuti sociali per le persone in difficoltà! I 4 suonatori sono stati suonati perché il giudice ha dichiarato inammissibile il ricorso dando loro torto su tutta la linea”. I quattro esponenti della società civile rifecero ricorso, due a Milano e due a Vercelli: solo questi ultimi hanno ottenuto la ragione del giudice.
In ogni caso, con questa nuova sentenza, Buonanno sarà costretto a pagare, in correità con l’attuale primo cittadino, Eraldo Botta, oltre 11mila euro di multa, ma soprattutto a postare per trenta giorni la sentenza su Facebook, oltre che sul sito web del Comune e sul giornale “Corriere Valsesiano”.
GM