
Bergoglio e Ratzinger tornano ad incontrarsi, idealmente, attraverso i pensieri espressi nel corso di due interviste rilasciate alla stampa. Un sintonia importante, che supera la distanza che pur resta su alcuni punti. Il pensiero di Papa Francesco sulla possibilità per i divorziati di fare da padrini ai battesimi, espresso in un colloquio con Elisabetta Piqué de La Nación trova infatti molti punti di rispondenza nelle parole del Papa emerito, Benedetto XVI, raccolte da Joerg Bremer del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine. Non diversamente da Papa Francesco Ratzinger ribadisce l’esclusione dall’eucarestia per i divorziati risposati non significa l’esclusione dalla vita della Chiesa e a determinati momenti liturgici. I divorziati, afferma Ratzinger – e su questo sottolinea la sintonia con Papa Francesco – devono essere accolti dalla Chiesa.
Al Frankfurter Allgemeine il Papa emerito richiama tuttavia alcune conclusioni cui si era già soffermato nel 1972 e torna ad escludere che le coppie di divorziati risposati possano accedere alla comunione. Ma anche queste coppie, è il pensiero di Ratzinger, «devono poter far parte di comitati ecclesiastici o poter fare da padrini». La dottrina rimane, dunque, sebbene Ratzinger tenga a sottolineare che «non sia inflitto loro nulla che non sia strettamente necessario». Ratzinger cita in proposito la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II che invitava a non escludere i divorziati risposati dalla Comunità Ecclesiale ma a «far sentire loro l’amore della Chiesa».
Benedetto XVI respinge tuttavia fraintendimenti e dietrologie, definendo di «totale insensatezza» le tesi che lo vedrebbero coinvolto nella contesa sull’ammissione alla comunione dei divorziati risposati svoltasi al Sinodo straordinario sulla famiglia indetto da Papa Francesco. Ratzinger non vuole essere considerato un «papa a latere» di Bergoglio che «ha una presenza forte come io non potrei avere con le deboli forze fisiche e psichiche» e conclude «ai fedeli è perfettamente chiaro chi è il vero papa».
DC