Il governo italiano risponde ad Angela Merkel sulle riforme

Matteo Renzi ed Angela Merkel (ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi ed Angela Merkel (ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)

Dopo il giudizio negativo di Standard&Poor’s, che ha tagliato il rating dell’Italia sollevando il timore che la riforma del Jobs Act rischi di essere sminuita dai decreti attuativi, ieri è arrivata una nuova doccia fredda per l’Italia, direttamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che in un’intervista a Die Welt ha definito le riforme di Italia e Francia insufficienti. Dichiarazioni che hanno fatto letteralmente infuriare il governo italiano che ha risposto per le rime.

Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi ha respinto con fermezza le critiche di Merkel, lanciando una frecciatina alle politiche economiche del governo tedesco, tutte squilibrate sul fronte delle esportazioni, con un eccesso di surplus che, va detto, viola anche questo (non solo il defict trop il Patto di Stabilità europeo. “Forse la Cancelliera Merkel potrebbe concentrare la sua attenzione sulla domanda interna, sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca. Sarebbe un contributo importante all’Europa”, ha commentato Gozi, aggiungendo che è finito il tempo dei “compiti a casa” e delle “pagelle”.

Alle parole di Gozi, hanno fatto eco quelle del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che ieri sera ha dichiarato al Tg1: “Ciascuno metta ordine in casa propria prima di guardare nella casa degli altri“, ha detto, sottolineando che “il debito italiano è sostenibile“, come del resto aveva affermato pochi giorni prima il ministro dell’Economia Padoan. “L’eccesso di surplus tedesco crea problemi agli altri” Paesi europei, ha aggiunto Delrio, puntando il dito contro la Germania. Quindi ha rivendicato il merito del governo Renzi sulle riforme: “La spinta che stiamo mettendo creerà più crescita e più occupazione”.

Il sottosegretario Gozi ha poi voluto anche ricordare alla cancelliera tedesca che le riforme avviate dall’Italia “hanno ricevuto un coro internazionale di apprezzamenti: dal Presidente degli Stati Uniti Obama al Fondo Monetario internazionale” e “dispiace”m ha detto, che Merkel non la pensi allo stesso modo. Gozi ha poi criticato la mancanza di “stile” da parte di Merkel, sottolineando che “non sta ai capi di governo interpretare le opinioni della Commissione europea”.

Queste sono state le dichiarazioni di Merkel al quotidiano tedesco Die Welt che hanno acceso la polemica: “La Commissione europea ha stabilito un calendario secondo il quale Francia ed Italia dovranno presentare ulteriori misure. Questo è giustificato perché i due Paesi stanno attraversando effettivamente un processo di riforme. Ma la Commissione ha ribadito anche che quanto presentato sul tavolo fino ad ora non è sufficiente. Parere che io condivido“.

Per stemperare le polemiche, oggi è arrivata la precisazione del governo tedesco sulle riforme italiane. Il portavoce Steffen Seibert ha dichiarato che da parte del governo Merkel c’è “rispetto” per le riforme portate avanti dall’Italia, per le quali, ha riconosciuto, occorre “coraggio” e rispetto alle quali sussistono grandi “difficoltà interne“. Il Jobs Act “è un primo passo importante” per il migliorare le condizioni del mercato del lavoro in Italia, ha precisato Seibert. E un riconoscimento alla riforma del lavoro italiana è arrivato anche dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Schaeuble, oggi all’Eurogruppo.

V.B.