Mafia Capitale, Alemanno e i presunti viaggi in Argentina: è giallo

Gianni Alemanno (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Gianni Alemanno (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Dall”inchiesta “Mondo di mezzo”, che ha portato alla luce un intricato sistema di corruzione e assegnazione degli appalti, con modalità di stampo mafioso, emergono nuovi particolari, delineati da alcune intercettazioni ambientali compiute dai Carabinieri del Ros. Le persone intercettate sono Luca Odevaine, ex vice capo gabinetto di Veltroni e, fino al giorno dell’arresto, componente del coordinamento per i rifugiati del Viminale, con Mario Schina e Sandro Coltellacci, rispettivamente ex responsabile del Decoro urbano del Comune di Roma e dirigente di una cooperativa. E’ Odevaine a parlare: “Alemanno ha fatto quattro viaggi, lui e il figlio, con le valigie piene di soldi in Argentina. Ma te sembra normale che un sindaco…”.

Queste le parole dell’ex collaboratore di Veltroni, riferite a un uomo, del quale non si conoscono le generalità, che avrebbe litigato con l’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, tra le decine di indagati dell’inchiesta: “Ha litigato con Alemanno. Per soldi se sò scannati… ma sai che Alemanno si è portato via… ha fatto quattro viaggi… lui ed il figlio con le valigie piene di soldi in Argentina… se sò portati… con le valigie piene de contanti… ma te sembra normale che un sindaco…”.

Subito dopo, Coltellacci tira in ballo l’ex ad di Ama, Franco Panzironi, anche lui in carcere da martedì scorso: “Io pensavo che i soldi se li portava via tutti lui… sembrava che il sindaco non toccasse… invece ‘a toccati… però che il sindaco… due e tre… Panzironi dieci, penso che gli equilibri erano quelli”. Quindi è ancora Odevaine a parlare: “A un certo punto deve essere successo un casino, perché ad un certo punto ad Alemanno gli hanno fatto un furto a casa… Cercavano qualche pezzo de carta…. credo che hanno litigato perché lui ha pensato che ce li ha mandati questo”. I carabinieri del Ros hanno però spiegato che dai riscontri non emergerebbero rapporti “sospetti” tra l’ex sindaco e i residenti del palazzo in questione.

Alemanno respinge le accuse

Gianni Alemanno, però, appresa la notizia delle nuove intercettazioni, non ci sta e respinge al mittente le accuse: “Si tratta di una millanteria totalmente infondata. Non ho portato mai soldi all’estero, tantomeno in Argentina. Io sono l’unico sindaco di Roma che al termine del suo mandato è più povero di quando ha cominciato, perché ho dovuto vendere una casa e aprire un mutuo per pagare i debiti della campagna elettorale”. L’ex sindaco prosegue, ammettendo un viaggio in Argentina, ma con la propria famiglia: “Ci sono andato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia. Ci sono amici che possono confermare”.

Il mistero del furto in casa

Quindi Alemanno parla del furto subito nella propria abitazione: “È avvenuto ad ottobre 2013 e basta aprire Google per constatare che è stato ampiamente pubblicizzato”. Riferendosi a quell’episodio, l’agenzia Ansa riportava il 15 ottobre dello scorso anno: “I ladri, a quanto si apprende, sarebbero entrati nella sua abitazione nel quartiere Balduina a Roma, mentre in casa non c’era nessuno. Appresa la notizia Alemanno, all’Anci per l’Ufficio di presidenza, è scappato a casa”.

Da parte loro, i Ros, nell’informativa, scrivono però che stando agli accertamenti, “non ci sono riscontri sulle banche dati, in quanto non risultano essere state sporte denunce né da Giovanni Alemanno, né dalla moglie convivente, Isabella Rauti”.

L’attacco al suo entourage

“Io non ho mai conosciuto Carminati e un anno e mezzo fa, avendo letto articoli di stampa, avevo messo in guardia i miei collaboratori: loro mi hanno giurato che non avevano a che fare con lui”, ha detto ancora Alemanno, negando così alcun tipo di rapporto con Massimo Carminati, negli anni Settanta considerato il trait d’union tra l’estrema destra dei Nar e la Banda della Magliana e oggi ritenuto a capo della Cupola che gestiva gli appalti con sistemi mafiosi a Roma. L’ex sindaco ha evidenziato: “Difendo l’onore della destra romana, che è stata ed è fatta di tanti giovani che fanno un percorso di legalità, Carminati è più Banda della Magliana che politica e io non l’ho mai conosciuto, non ho mai avuto a che fare con lui”.

Quindi a SkyTg24, Alemanno evidenzia: “Io mi prendo tutte le responsabilità politiche, ma dico che non si può pensare che davvero un sindaco possa sapere quello che fanno tutte le persone, anche quelle che gli sono vicine. Ci possono essere persone infedeli che fanno cose diverse. Io mi auguro ovviamente che il massimo delle persone ne escano pulite, però le persone infedeli esistono, bisogna prenderne atto e non hanno colore”. Quindi, riferendosi a un altro degli arrestati, Salvatore Buzzi: “Era una persona ritenuta al di sopra delle parti, per questo io ho avuto con lui contatti come sindaco, esattamente come hanno fatto Veltroni e Marino, era un esponente ed un capofila delle cooperative sociali”.

 

GM