
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è intervenuto oggi – in veste di segretario del Partito Democratico – all’assemblea dei Giovani Democratici, provando a scaldare i cuori dei suoi militanti più giovani, sempre molto recalcitranti nei confronti della dirigenza, con una serie di considerazioni che hanno spaziato dalla politica alla cronaca giudiziaria: Beppe Grillo, le inchieste nella Capitale, la fiducia nell’azione di governo, l’Unione Europea, tanti sono stati gli argomenti toccati dal premier nel corso del suo intervento.
Riguardo al leader M5S, Renzi non ha risparmiato anche parole dure, di schernimento: “Torna a fare i suoi tour grazie al vostro, al nostro lavoro. E questo è un bene per lo spettacolo. Ora dicono che nei M5S uno non vale più uno. Ma io non penso che uno vale uno: ciascuno conta come gli altri, ma se ciascuno di voi si mette in gioco vale molto di più. Quando il 25 maggio ci siamo svegliati con quel 41 per cento, è accaduta una cosa molto importante: si è messa la parola fine al populismo di Grillo e il mondo dello spettacolo vi deve molto, dato che dal 13 marzo Grillo tornerà a fare teatro”.
Quindi sulle inchieste romane: “Noi non sappiamo se quello che sta emergendo dipinge il quadro di un atteggiamento di tangenti all’amatriciana o di mafiosi pericolosi. Non non lasceremo la Capitale in mano ai ladri”. Renzi sottolinea: “A me lo sdegno delle prime 48 ore non basta, lo sdegno per cui i giornali, i partiti si fanno vedere contriti non mi interessa. Mi interessa che si vada rapidamente a fare processi e i giudici dicano chi è colpevole e chi no, e chi è colpevole paghi fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno perché non è possibile che in Italia non paghi nessuno. Non mi basta che tutti facciano finta di essere sconvolti e poi non paghi nessuno”.
“La giustizia faccia il suo corso”
Il segretario Pd è determinato nelle sue richieste: “Ogni giorno che passerà sarà un giorno in cui chiederemo che si faccia velocemente il processo che si deve fare, che chi ha pagato non abbia nulla a che fare con la cosa pubblica, chi delinque paghi la sua pena. Il Pd chiede che l’Italia dimostri una cosa sola: è il tempo della giustizia e la giustizia si deve presentare di fronte ai cittadini con processi veloci, giusti e anche con processi che distinguano chi ha rubato da chi da una settimana non dorme semplicemente perché gli hanno trovato una foto di quattro anni fa. Voglio dire, farsi un selfie non è prendere come una tangente”.
“Abbiamo vinto, ora dobbiamo convincere”
“In questo ultimo anno abbiamo fatto una cosa che il Pd e la sinistra non facevano spesso, abbiamo vinto”, ha detto quindi Renzi, cambiando argomento e spronando i Giovani Democratici: “Ora ci manca la cosa più difficile, convincere. Noi per primi”. Il segretario Pd insiste: “Non c’è spazio per andare a invenzioni e novità. C’è bisogno di cambiare l’Italia e o lo facciamo noi o non lo fa nessun altro. Molti di voi l’otto dicembre dello scorso anno non erano con me. Questo è il primo dei quattro anni pieni che faremo insieme”.
“Se fate quello che dovete fare l’Italia cambia davvero. L’Italia ha tutto per competere a livello globale, ma ha un problema di autostima”, è l’appello di Renzi, che poi dice ancora: “Se volete essere gruppo dirigente noi ne siamo orgogliosi ma voglio che voi ci mettiate alla prova: perchè siete un pezzo della scommessa dell’Italia”.
Sfida all’Unione Europea
Affrontando quindi le polemiche sull’Unione Europea, Renzi ha chiarito: “Noi stiamo facendo una battaglia sull’Europa che non è sullo zero virgola ma è di impostazione ideologica e filosofica. Rispettiamo gli accordi, ma l’Europa non è solo insieme di vincoli e spread o un accordo notarile, prima di essere contratto è una comunità”. Il segretario Pd ne ha anche per Matteo Salvini: “Non possiamo avere paura di Salvini, mi riferisco alle idee politiche non alle copertine. Io ho fatto Fonzie, lui può fare l’orso Yoghi”.
Infine un appello all’unità del partito, naturalmente in pieno stile Matteo Renzi: “Chi se ne frega se uno è renziano, civatiano o cuperliano, usiamo il partito per affrontare questioni grandi e vere e non per prendere uno strapuntino e diventare consigliere di quartiere e via più su. La politica o è passione o è tristezza”.
GM