Le autorità di Damasco hanno denunciato ieri l’irruzione di caccia israeliani nello spazio aereo siriano e il bombardamento dell’area in cui sorge l’aeroporto internazionale della capitale e della zona di Dimas. Secondo quanto riportato dall’emittente al-Arabiya le bombe avrebbero colpito un convoglio e un deposito di missili iraniani destinati ai Hezbollah, miliziani sciiti libanesi nemici giurati di Israele causando la morte di due di loro che in Siria combattono al fianco del regime di Bashar al-Assad. Nel 2013 lo Stato ebraico aveva condotto un raid analogo: anche in quel caso l’obiettivo era un trasferimenti di missili dall’Iran a Hezbollah in Libano. Per il Comando generale dell’esercito siriano i raid israeliani proverebbero il “diretto coinvolgimento di Israele nel sostenere il terrorismo in Siria” e rappresentano “un un attentato all’integrità territoriale del Paese”. Proprio ieri un rapporto dell’Onu affermava che lo Stato ebraico intrattiene “costanti e regolari contatti” con gruppi militanti di ribelli siriani che combattono contro il regime del presidente Bashar al-Assad. Il ministero degli Esteri siriano ha chiesto alle Nazioni Unite, con una lettera, di adottare”deterrenti” contro Israele per impedire simili attacchi. Anche la Russia e l’Iran alleati di Assad, hanno chiesto spiegazioni.
La reazione di Israele
Israele non conferma né smentisce i raid mentre Yuval Steinitz il ministro dell’Intelligence ha lasciato intendere che governo non esiterà a colpire forniture di armi agli Hezbollah, “Abbiamo una ferma politica volta a prevenire possibili trasferimenti di armi sofisticate a organizzazioni terroristiche”, ha affermato Steinitz.
Il Jerusalem Post scrive conferma che l’obiettivo dei bombardamenti erano le armi pesanti e sofisticate provenienti dall’Iran e destinate agli Hezbollah libanesi transitando dalla Siria. Una tesi sostenuta anche da una fonte della Cnn. La Siria è diventata un fronte strategico della guerra allo Stato islamico, che vede dalla stessa parte il regime di Assad e la coalizione internazionale guidata dagli Usa. Ieri l’aviazione governativa ha condotto due attacchi contro postazioni dei terroristi che minacciano lo strategico aeroporto militare di Deir al-Zur. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani c’è il sospetto che nei bombardamenti sia stato usato del gas cloro dato che vi sono stati problemi respiratori fra i jihadisti. Resta critica e irrisolta la situazione di Kobane, l’enclave curda in territorio siriano al confine con la Turchia da mesi sotto assedio da parte dei terroristi dell’Is mentre stamttina Damasco srebbe scossa da bombardamenti aerei, colpi di artiglieria e scontri armati tra ribelli e forze governative.
ADB