Acciaierie Lucchini passano al gruppo Cevital, accordo a Palazzo Chigi

Lo stabilimento Lucchini (foto Sajko, licenza CC-BY-SA-3.0)
Lo stabilimento Lucchini (foto Sajko, licenza CC-BY-SA-3.0)

Accordo raggiunto anche per le acciaierie Lucchini di Piombino, a una settimana dalla soluzione della lunga vertenza Ast; segno che il settore metallurgico in Italia può ancora essere strategico e può ancora attirare l’attenzione di investitori stranieri. Se nel caso dell’azienda di Terni è stata la tedesca Thyssenkrupp a doversi mettere in gioco per salvare e rilanciare le sorti di Ast e dei suoi lavoratori, nella Sala dei Galeoni a Palazzo Chigi è intervenuta l’algerina Cevital. Si tratta di un colosso dell’industria, attivo nel settore metallurgico, appunto, ma anche in quello agroalimentare, dell’automotive e della logistica.

Il presidente della società algerina, Issaad Rebrab, ha rassicurato più volte sulle sue intenzioni prima di firmare l’accordo di acquisto preliminare, che permetterà di cominciare a ragionare su come e quando riportare in attività la fabbrica e riassumere i circa 1860 lavoratori. Il magnate ha spiegato: “Abbiamo un grande progetto per Piombino, non solo per il siderurgico ma per la creazione di una piattaforma logistica in tutto il Mediterraneo. Non solo manterremo il livello occupazionale attuale, ma incrementeremo i posti di lavoro”, ha detto Rebrab, confermando così anche la sua idea di investire nel porto di Piombino una cifra pari a 650-700 milioni di euro nei prossimi 5-7 anni.

Alla firma dell’accordo era presente anche Renzi, che ha precisato: “Si tratta di un’acquisizione strategica, un grande messaggio per gli investitori stranieri e per il futuro di un settore decisivo per il domani. Piombino è un pezzo del futuro dell’italia. L’industria manifatturiera è un pezzo del futuro e non solo del passato. L’apertura agli investitori stranieri è un motivo di orgoglio per noi. Nel passato, l’italia ha avuto paura di aprire agli investitori esteri, oggi ne siamo ben felici”.

Ap