
Prima, un’ospitata su La7, questa mattina ad “Omnibus”, poi una conferenza stampa in compagnia di Carmelo Barbagallo, segretario Uil: in entrambe le occasioni Susanna Camusso promette la massima determinazione e l’uso “di tutti gli strumenti” in suo possesso, “da quelli giuridici a quelli della mobilitazione”, per opporsi al Jobs Act. La segretaria della Cgil ha annunciato che è “cambiata la stagione” nei rapporti con il Governo e “si è deciso di avere uno scontro frontale sulle questioni della contrattazioni e su quella dei diritti dei lavoratori. Se si pensa che il prezzo di tutta questa situazione che ora pagano i lavoratori non sia sufficiente allora si è sbagliato indirizzo. Faremo tutto ciò che possiamo. Le deleghe sul lavoro devono essere applicate, vedremo che coerenza avranno rispetto alla costituzione e alle direttive europee”.
Durante la conferenza stampa di presentazione dello sciopero generale del 12 dicembre, Cgil e Uil – assente la Cisl, che ha deciso di portare avanti le istanze dei lavoratori con altre forme e si è dissociata dallo sciopero – hanno chiesto all’Esecutivo con i loro due rappresentanti di essere convocati per risolvere il nodo dell’Ilva, dal momento che il settore metallurgico, come dimostrano l’accordo Ast e la cessione delle acciaierie Lucchini al colosso algerino Cevital, può e deve ancora essere strategico nel nostro Paese. Susanna Camusso ha affermato: “Sarebbe consono che ci fosse un luogo in cui si discuta. Monti lo fece”. Poi, si è detta contraria al tipo di soluzione ipotizzata per l’industria tarantina, sul “modello Alitalia”: “il pubblico mette le risorse e i privati si accaparrano i profitti”. Più cauto Carmelo Barbagallo, che dice: quello siderurgico “è un settore strategico e l’intervento pubblico deve evitare la perdita di produzione e di competitività. Serve un confronto anche per mettere paletti quando poi si rivende”.
Entrando nel merito della manifestazione, la leader della Cgil ha affermato: “Ci sono tutti i termini perché il governo cambi le politiche sul lavoro. Il Jobs Act e la legge di Stabilità non prevedono misure per rilanciare il lavoro e l’economia. L’obiettivo è rideterminare le condizioni per un cambiamento delle politiche sul lavoro, per un confronto serio sulle prospettive e un equilibrio tra norme sul lavoro e sulla creazione sul lavoro. Se il governo tira dritto, noi troveremo le forme nella tradizione del sindacato per continuare la mobilitazione”.
“Il combinato disposto di Jobs Act e legge di Stabilità – ha aggiunto Susanna Camusso – non favorisce né il lavoro né le imprese che davvero vogliano investire. Il 12 si sciopera anche perché si deve fare di più per stimolare gli investimenti. Il nodo fondamentale per ‘cambiare verso’ sono gli investimenti che in Italia da 20 anni scendono”. Le ha dato man forte Barbagallo, che ha concluso dicendo: “Speravamo che il governo in questi giorni si ravvedesse. Oggi restano tutte le ragioni per lo sciopero generale”.
Venerdì nero per i trasporti, manifestazioni diffuse
Le agitazioni venerdì saranno diffuse e molto numerose: ben 54, in 10 regioni, di cui 10 regionali, 5 interprovinciali e 39 territoriali. A questo si aggiunge uno sciopero generale di 8 ore, che come ha spiegato il segretario confederale Cgil Nino Baseotto, “per i comparti che lavorano su disposizione diversa sarà per l’intera giornata o per l’intero turno di lavoro”.
Nel trasporto ferroviario i lavoratori si fermeranno dalle 9 alle 17. Nel trasporto aereo dalle 10 alle 18. Nel trasporto pubblico locale le fasce orarie varieranno da città a città: a Roma lo stop sarà dalle 9 alle 17, a Milano dalle 19 alle 24 (per consentire la commemorazione della strage di Piazza Fontana), a Napoli dalle 9 alle 17. Navi e traghetti avranno un ritardo di otto ore. Il personale delle autostrade si fermerà per 8 ore. Susanna Camusso parteciperà alla manifestazione di Torino, mentre Carmelo Barbagallo alla manifestazione di Roma.
Ap