Eurogruppo chiede all’Italia di ridurre il deficit

Il ministro dell'Economia e Finanze Padoan (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)
Il ministro dell’Economia e Finanze Padoan (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

Nonostante le aperture del Ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schaeuble, che ieri al vertice dell’Eurogruppo a Bruxelles aveva riconosciuto il merito della riforma del lavoro italiana, il consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Eurozona è stato chiaro e netto: l’Italia deve ridurre il deficit. Non basta quanto previsto dalla legge di Stabilità, occorre fare molto di più e il giudizio sull’impegno italiano è rimandato a marzo dell’anno prossimo, ma l’Italia in questi mesi dovrà lavorare sodo, sia per portare a termine il percorso delle riforme sia per mettere a posto i conti.

Nel documento conclusivo dell’Eurogruppo, che ieri si è riunito proprio per approvare i giudizi della Commissione Ue sulle leggi di bilancio dei Paesi membri, si legge: “Mentre riconosciamo che circostanze economiche eccezionali e inflazione molto bassa hanno complicato il target di riduzione del debito e il rispetto della Regola, l’alto debito resta motivo di preoccupazione” per l’Italia. L’Eurogruppo quindi chiede al nostro Paese “misure efficaci per migliorare lo sforzo strutturale”. “Prendiamo atto – prosegue il documento – che in base alle valutazioni della Commissione, lo sforzo strutturale italiano nel 2015 sarà di 0,1%, mentre nel Patto (di Stabilità, ndr) è richiesto lo 0,5%”. L’Italia si era accordata con la Commissione europea per una correzione del deficit dello 0,3%, per questo aveva ottenuto il via libera alla legge di Stabilità, dopo le richieste di chiarimenti e i dubbi della Commissione sulla prima bozza di bilancio. Il nostro Paese dovrà dunque tenere fede a questa promessa. Comunque, il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato che per l’Italia il divario da colmare nella riduzione del deficit è dello 0,4% e da qui a marzo il nostro Paese ha tre alternative: “Nuove misure, oppure misure più efficaci, oppure con un accordo con la Commissione europea”, che potrebbe riguardare la valutazione dell’impatto delle misure già prese oppure i tempi per verificarne l’effetto. “Tutto è possibile, ma qualcosa va fatto”, ha sottolineato Dijsselbloem.

Anche la Francia dovrà impegnarsi per ridurre il deficit, l’Eurogruppo scrive nel suo rapporto: “Lo sforzo strutturale della Francia nel 2015 sarà di 0,3%, mentre serve lo 0,8% nel braccio correttivo del Patto. Su questa base servono misure aggiuntive per migliorare lo sforzo e rispettare il Patto di stabilità”. Del resto, in apertura del vertice, il presidente Dijsselbloem era stato chiaro: “Il messaggio per tutti è rispettare il Patto di stabilità“. I Paesi europei sotto osservazione sono Italia, Francia e Belgio. Anche il Commissario agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, ha invitato i tre Paesi ad agire e adottare le misure necessarie per colmare il divario nella riduzione del deficit tra quanto previsto nelle loro leggi di bilancio e quanto richiesto dalle norme europee. “Tutte le opzioni restano aperte”, ha detto il commissario, precisando che chi non convincerà la Commissione Ue andrà incontro alle sanzioni previste. L’invito a Italia, Francia e Belgio è quello di attivarsi entro il 23 gennaio, se vogliono che i loro sforzi siano presi in considerazione nelle prossime previsioni economiche della Commissione, ha avvertito Moscovici.

In serata, il Ministro dell’Economia Padoan ha assicurato che da parte dell’Eurogruppo non è giunta “nessuna richiesta di misure aggiuntive: legge di stabilità 2015 attuata in modo efficace rilancerà economia italiana“, ha affermato convinto. “Anche l’Eurogruppo apprezza agenda riforme dell’Italia. Effetti sulla nostra economia dipendono da implementazione efficace e tempestiva”, ha scritto su twitter il ministro dell’Economia.

Intanto, però, per soddisfare le richieste dell’Eurogruppo e della Commissione europea, che ha solo rimandato a marzo il giudizio sui nostri conti, l’Italia dovrà trovare circa 6 miliardi di euro per quella data. Il rischio di una manovra aggiuntiva è pertanto più di un’ipotesi.

V.B.