
Mikea Victor Sorin, detenuto per sfruttamento della prostituzione, condannato definitivamente a due anni con fine pena giugno 2013, Marius Georgie Bunoro, imputato in attesa di giudizio per furto aggravato, Parpalia Daniel nato nel 1984, imputato in attesa di giudizio per furto aggravato: questi i nomi dei tre cittadini rumeni che nel febbraio 2013 furono protagonisti di una clamorosa evasione dal carcere di Varese.
La fuga dei tre era avvenuta secondo uno schema classico, quasi cinematografico: avevano infatti prima segato le sbarre della finestra e poi erano riusciti a calarsi dal muro di cinta utilizzando delle lenzuola annodate tra loro. A scoprire l’avvenuta evasione erano stati gli agenti della polizia penitenziaria, che nel corso di un notturno controllo di routine non avevano più visto i tre uomini nella loro cella. Erano stati immediatamente predisposti dei posti di blocco lungo le strade che conducevano alla vicina frontiera con la Svizzera. Nel giro di breve tempo, però, i protagonisti della fuga, rintracciati due oltre confine e uno nel Pavese, erano tornati in cella.
In queste ore, però, a quasi due anni di distanza, emerge un aspetto clamoroso della vicenda: i carabinieri della compagnia di Luino in provincia di Varese e personale della polizia penitenziaria, polizia di Stato e della guardia di finanza, hanno infatti dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti agenti della polizia penitenziaria in servizio presso le case circondariali di Varese e Bollate.
Secondo le indagini coordinate dal pm di Varese Annalisa Palomba, infatti, i cinque avrebbero agevolato il piano di evasione dei tre, in particolare facendo entrare in carcere una lima, utilizzata poi per segare le sbarre, e un telefono cellulare; entrambi gli oggetti sarebbero stati occultati negli indumenti intimi della fidanzata di uno dei detenuti e passati ai rumeni nel corso di un colloquio in carcere.
GM