Senato, Italicum: passa Odg Calderoli rimodulato

Roberto Calderoli (Vincenzo Pinto-Getty Images)
Roberto Calderoli (Vincenzo Pinto-Getty Images)

Mercoledì 10 dicembre scadono i termini di presentazione degli emendamenti alla riforma della legge elettorale in commissione Affari costituzionali del Senato ed entro oggi, la presidente della commissione e relatrice dell’Italicum, Anna Finocchiaro, dovrebbe presentare le proposte di modifica al testo approvato dalla Camera, tra cui la soglia per l’attribuzione del premio, da portare al 40% e il premio di maggioranza da assegnare alla lista più votata.
Secondo il cronoprogramma del premier Matteo Renzi, l’obiettivo è che sia raggiunto il via libera in Commissione prima di Natale e quello dell’Aula dopo l’Epifania, prima della convocazione delle Camere per l’elezione del successore del nuovo capo dello Stato dopo le attese dimissioni di Giorgio Napolitano.

Intanto, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha accolto, con soli quattro astenuti, tra i quali tre M5S e uno di Sel, l’odg del leghista Roberto Calderoli sulla riforma della legge elettorale rimodulando in testo in cui è stata eliminata la parte che prevedeva “l’introduzione di una clausola di salvaguardia che metta a sistema la normativa elettorale vigente, come integrata dalla sentenza della Corte costituzionale numero 1 del 2014, al fine di definire anche per il Senato, una disciplina di rango primario”, ovvero una clausola di salvaguardia con il ripristino del Consultellum, il sistema elettorale applicabile dopo la sentenza della Consulta che ha stabilito l’incostituzionalità del cosiddetto Porcellum, e che vincolava l’entrata in vigore della nuova legge elettorale all’approvazione definitiva della riforma costituzionale.

La Commissione ha pertanto deliberato di introdurre una disciplina in materia elettorale che impegna il governo a deliberare una legge elettorale coerente con il superamento del bicameralismo paritario “che preveda: un sistema elettorale proporzionale con premio di governabilità per la lista che superi una soglia ragionevole di voti espressi”.
In caso di mancato raggiungimento della soglia è prevista “l’introduzione del ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto il maggior numero dei voti e che abbiano superato la prevista soglia di accesso al riparto dei seggi”.
Inoltre, sono previsti per “le soglie di accesso al riparto dei seggi idonee a garantire l’adeguata rappresentatività della Camera elettiva e compatibili con l’attribuzione di un premio di governabilità” e “l’introduzione di sistemi in attuazione effettiva dell’articolo 51 della Costituzione”, così come “la definizione di un sistema elettorale proporzionale che consenta l’effettiva conoscibilità dei candidati da eleggere e la possibilità dell’elettore di esercitare liberamente la propria scelta”.
“Tutte le cose che l’odg prevede sono riferite all’Italicum ed è questo che abbiamo accettato, questo odg, riformulato, con il Consultellum non c’entra nulla”, ha spiegato il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti.

Dal canto suo il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi torna a scartare l’ipotesi di un voto anticipato e in merito alla clausola proposta dal premier Renzi che aveva parlato dell’ipotesi di introdurre un codicillo per consentire l’entrata in vigore della legge a partire dal 1 gennaio 2016, ha sottolineato che “può essere ragionevole introdurre una data certa ma a mio avviso non ha molta utilità politica perché torneremo a votare nel 2018 con una nuova legge elettorale e anche con le riforme costituzionali già sottoposte a referendum”.

Permane il problema sul regime elettorale incentrato sulla Camera laddove per il Senato non più elettivo si dovrà attendere il via libera della riforma costituzionale.
Per cui in vista di un ritorno alle urne anticipato, è stata fatta presente la necessità di una norma transitoria per il Senato mentre per altri che si basano sulla linea governativa si ritiene che sia applicabile il Consultellum.
L’opposizione come anche la minoranza interna al Pd temono che l’entrata in vigore della legge già nel 2016 come ideato dal Premier nasconda l’intenzione o una minaccia velata di elezioni anticipate, prima della scadenza del 2018.

C.D.