
E’ un fiume in piena, in queste ore, Carmela, la madre di Veronica Panarello, fermata con l’accusa di aver ucciso il figlio Loris Stival, a Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa. La donna accusa la figlia di non dire la verità, anzi spiega che Veronica Panarello “non può aver agito da sola, di sicuro copre qualcuno. È sempre stata una ragazzina irrequieta, viziata e bramosa di attenzioni, ma da qui a diventare un’assassina ce ne corre, e di questo sono certa, anche se non ci sentivamo da tempo prima che, in preda ad una comprensibile angoscia, mi accusasse di aver preso il suo bambino”.
Tra madre e figlia, hanno ricostruito gli inquirenti, non vi sarebbero rapporti da anni, da quando la signora Carmela le urlò: “Tu sei nata per sfortuna!”. Avrebbe avuto 14 anni infatti, Veronica Panarello, quando la madre le raccontò un’atroce verità: quella di essere nata da una gravidanza indesiderata e di non essere figlia dell’uomo che le avrebbe dato il cognome. Non solo: intercettata con la figlia Lina, la madre di Veronica Panarello sostiene: “Noi non abbiamo colpa Linuzza se questa è un’alienata”. La replica della sorellastra è altrettanto disarmante: “La fontanella, lì è stato trovato il bambino, il luogo lei lo conosceva, no che dice di non sapere dove era il Mulino”.
Viene abbandonata da tutti, in queste ore, Veronica Panarello: il marito David, che di lei parlava fino al momento dell’arresto parlava come di “una mamma meravigliosa”, oggi sosterrebbe: “È stata lei. Non ne voglio più sapere di lei. Io sono il padre, ora rivoglio solo il mio bambino”. Dal canto suo, la madre di Veronica la descrive come una bambina che “sin da piccola soffriva di manie di persecuzione, aggressiva e violenta, seguita sino all’età di sette anni da uno psicologo, poi si è rifiutata”.
“Sono innocente”
Intanto, in carcere la donna continua a proclamare la propria innocenza e lancia un appello al marito: “Non mi abbandonare, sono innocente”. Le parole di Veronica Panarello sono state riferite attraverso il suo avvocato, Francesco Villardita: “Sono innocente e determinata ad andare avanti per dimostrarlo: ho accompagnato Loris a scuola e non so chi l’ha ucciso”.
Il legale, che ha incontrato la sua assistita nel carcere di Catania dove questa è detenuta, sostiene: “Ha pianto ed è stremata senza forze, ma continua incessantemente a ripetere che è innocente e che quella mattina ha accompagnato il bambino a scuola. Su questo non ha assolutamente dubbi. Continua sempre a dare la stessa versione dei fatti. Le ho detto di non piangere perché deve difendersi e io ho bisogno di una persona lucida per poter continuare nel mio mandato”.
GM