
All’indomani dell’annuncio del Premier Matteo Renzi della convocazione di urgenza di un Consiglio dei Ministri per misure anticorruzione, alla luce degli sviluppi dell’inchiesta “Mondo di mezzo” che ha coinvolto la città di Roma, è stato annunciato l’introduzione di quattro nuove misure con le quali inasprire le pene, sono giunte alcune critiche.
A cominciare da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico Osservatorio Agromafie che, a margine dell’incontro organizzato a Napoli da Coldiretti sulla contraffazione del tabacco che avrebbe auspicato “un decreto”: “Se così non dovesse essere che l’iter legislativo del disegno di legge sia il più breve possibile, perché c’è bisogno di provvedimenti del genere. Tra sistema legale e sistema illegale ci sono permeabilità, punti di contatto, anche connivenze”, ha dichiarato Caselli.
“È una questione che fa parte della nostra storia, che purtroppo periodicamente riemerge come le cronache romane sono lì a dimostrarlo”, ha poi aggiunto, tanto che sottolinea, che “nel settore agroalimentare si va diffondendo una percezione di impunità, i malfattori pensano di poterla fare franca e una sensazione di insicurezza e sfiducia da parte dei cittadini. Cose che vanno contrastate aumentando le sanzioni su questo versante, riducendo la prescrizione che vanifica tutto e garantendo una giustizia più certa di quanto oggi non avvenga”.
Dal canto suo, il presidente dell’Istituto italiano anticorruzione (Iia), Federico Bergaminelli ha invece evidenziato che “il provvedimento per contrastare la corruzione, annunciato dal presidente del Consiglio, ha chiaramente un carattere emotivo”, spiegando che “molte delle misure previste risultano pleonastiche, come quella relativa a una maggiore facilità per la confisca dei beni percepiti in modo illegittimo: in diritto e in procedura civile esistono già tutti gli strumenti per effettuare le confische”.
Secondo Bergaminelli: “Il problema è invece combattere l’alienazione del patrimonio del soggetto che percepisce i beni illeciti con il restringimento dei tempi del processo civile”.
Tanto che “le azioni repressive, come l’innalzamento delle pene da quattro a sei anni, non sono il vero toccasana per contrastare il fenomeno della corruzione e del malaffare, che deve essere affrontato con la prevenzione”, precisa Bergaminelli.
Inoltre, “per quanto riguarda la garanzia che chi ha rubato restituisca tutto, come ha annunciato Renzi, credo che la vera innovazione sarebbe quella di elevare le sanzioni, che oggi vanno da un minimo di mille a un massimo di diecimila euro: di fronte a un fatturato del malaffare di centinaia di milioni di euro, le sanzioni non hanno attualmente alcun effetto deterrente”.
Tra le note positive, conclude, il presidente dell’Istituto, vi “è la previsione di allungare i tempi della prescrizione, che potrà rendere più efficiente l’accertamento delle responsabilità dei dirigenti anticorruzione”.
Nota polemica da parte del segretario della Fiom, Maurizio Landini : “Sono sorpreso di chi si sorprende di ciò che sta succedendo: non si poteva certo dire che non si sapesse ciò che stava succedendo o quali fossero i problemi che avevamo di fronte”.
“Lo dico perché, come è noto, il 12 dicembre c’è lo sciopero proclamato dalla Cgil: tra le sue ragioni ci sono la lotta vera all’evasione fiscale e alla corruzione, una legge anti riciclaggio, una legge sugli appalti”, prosegue Landini ad Agorà (Rai3), spiegando che “se ragioniamo, tutto quello che sta avvenendo parte dal sistema degli appalti che non solo sta determinando una riduzione dei diritti dei lavoratori ma, per come è fatto, è diventato il sistema per cui interi pezzi dell’economia reale sono in mano alla criminalità organizzata”.
“Se non interviene la magistratura, il sistema politico, e talvolta anche quello istituzionale, non è in grado di sconfiggere la corruzione”, ha poi aggiunto il segretario della Fiom, ricordando “che uno dei problemi della nostra economia non sia l’articolo 18 ma la criminalità organizzata non c’era bisogno di capirlo dalle indagini di questi giorni”.
Infine, in merito all’annuncio di Renzi, Landini ha commentato che “credo che non servono solo gli annunci ma anche dei provvedimenti”.
C.D.