Mafia Capitale: nuovo quaderno di pagamenti e la cena con Renzi

Campidoglio, Roma (Filippo Monteforte/Afp/ Getty images)
Campidoglio, Roma (Filippo Monteforte/Afp/ Getty images)

L’inchiesta “Mondo di mezzo” continua a svelare nuovi intrecci che negli anni collegavano la criminalità organizzata ai poteri politici e amministrativi. Parallelamente agli interrogatori, sui media trapelano nuove intercettazioni che coinvolgerebbero altre personalità politiche e spunta un secondo “libro dei registri” trovato nell’abitazione di un collaboratore di Salvatore Buzzi, che riporta cifre affiancante a sigle. Il premier Matteo Renzi ha annunciato che al prossimo Consiglio dei ministri presenterà con il Ministro al Giustizia Andrea Orlando, quattro misure contro la corruzione che prevedono non solo un inasprimento della pena ma che facilitano anche il sequestro dei beni.

Nuove misure contro la corruzione

Il Ministro Orlando in una intervista al quotidiano Repubblica ha commentato che si tratta di misure con le quali “ridare indietro i soldi rubati sarà la condizione senza cui non si potranno avere sconti di pena. Sarà una pena aggiuntiva di forte deterrenza. Come abbiamo visto per i mafiosi, aggredire il patrimonio spesso spaventa più del carcere”.
Secondo Orlando, è “fondamentale reintrodurre un serio falso in bilancio, perché attraverso la falsificazione dei bilanci non solo si violano le regole del mercato, ma si crea il nero necessario ai processi corruttivi. Anche questa norma è già al Senato”.
“Il consiglio dei ministri licenzierà il testo che cambia tutto il processo penale, prescrizione compresa, ferma al primo grado, con tempi bloccati in appello e in Cassazione. In ogni caso il 16 dicembre la commissione giustizia della Camera affronterà la questione sulla base di proposte del Pd”, spiega il ministro ricordando che “pur se si ammette la responsabilità, una parte della pena sia scontata in carcere. Basti pensare che su 54mila detenuti solo 250 lo sono per reati contro la pubblica amministrazione. Le cronache recenti dimostrano che il patteggiamento per questi reati funziona, bisogna però evitare che la deterrenza della pena perda la sua”
Per cui conclude il ministro. “Abbiamo introdotto norme per accelerare anche quelle legate all’associazione mafiosa. In ogni caso la norma è studiata per tener conto della specificità dei patrimoni accumulati dai corrotti”.

Il secondo quaderno

Dopo il “libro nero” sequestrato dai Carabinieri del Ros che era custodito dalla segretaria Nadia Cerriti, dell’organizzazione a cui era  a capo Massimo Carminati, ex Nar, i militari hanno individuato un altro quaderno, con annotazioni sulla contabilità delle strutture controllate dal gruppo, compilato con le stesse modalità, recante l’iniziale del nome di chi ha percepito la tangente e accanto la cifra versata.
Inoltre, tra le migliaia di carte processuali degli inquirenti, emergono anche altri tentativi per assegnarsi gli appalti in materia di immigrazione, passando anche per Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Veltroni e membro della commissione del Viminale ed che si occupava proprio della materia immigrazione, arrestato per corruzione e associazione mafiosa,  a libro paga dell’organizzazione con tangenti da 90 mila.

Il caso Odevaine-Finocchiaro

In base le intercettazioni, in una telefonata datata 16 giugno scorso, nella quale Odevaine parlando con Carmelo Parabita, viene citata la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro (Pd), in relazione al centro profughi siciliano il Mineo: “…è una gara impegnativa questa, 150 milioni di euro…138…è per la gestione di Mineo e se pensi che tutto il casino dell’Expo per 200 milioni….”.
“L’altro ieri ho trovato la telefonata del sindaco di… di Ramacca, che strano, l’ho richiamato e lui mi ha detto Sai avrei piacere di parlarti. Chissà che cazzo vuole?! Se vieni giù gli dico io e lui eh allora ci incrociamo perché vorrei parlarti”.
“Non credo sia per la gara..”, risponde Parabita, mentre Odevaine replica: “E certo che è per la gara… per forza. Giovanni (verosimilmente Giovanni Ferrera annotano gli investigatori) e il sindaco di Ramacca viaggiano insieme, secondo me mi volevano chiedere di non partecipare … perché siccome… Sì poi sai l’imbarazzo se dopo la politica si mette sulla Commissione a fa’ casino…finora io, cioè finora tutte le cose”. Parabita chiede allora ad Odevaine della gara: “Non ci saranno altre offerte, cioè con chi staranno parlando…”.
“A me m’ha detto…eh…Salvatore Buzzi, che è andato a parlare dalla Finocchiaro…. e la Finocchiaro gli ha detto Lascia perde, quella gara è già assegnata”, sottolinea poi Odevaine.

La Finocchiaro non risulta indagata e l’episodio non è stato riscontrato dalla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone. La senatrice del Pd in una nota smentisce di aver mai conosciuto Buzzi: “Leggo dai giornali che nelle intercettazioni telefoniche che riguardano la vicenda di Mafia capitale qualcuno ha tirato in ballo il mio nome per presunti incontri o colloqui con Salvatore Buzzi. Io non ho mai incontrato né ho tanto meno parlato con questa persona, non so chi sia e sono pronta a querelare chiunque accosti il mio nome ad una così triste e grave vicenda”.

La cena con Renzi

Tra le indiscrezioni vi sarebbe anche un episodio che coinvolge il premier Renzi, in una intervista al Fatto quotidiano, Claudio Bolla, braccio destro di Buzzi, parla di una ceca che si svolse la scorsa estate: “Il tavolo alla cena di Matteo Renzi è costato 10 mila euro, ha pagato tutto la cooperativa e, tra i soci della nostra cooperativa, la 29 giugno, c’è anche Massimo Carminati”.
Secondo Bolla, alla cena erano presenti Buzzi e Carlo Maria Guarany, collaboratore di Buzzi, il responsabile della cooperativa “29 Giugno” e altri “due soci della cooperativa, persone senza alcuna carica. Gravitando intorno a quell’area politica, visto che non esiste più il finanziamento pubblico, la cooperativa s’è sentita in dovere di intervenire in favore del partito. Ma si va lì per cercare contatti, relazioni, mica per la politica”.
“Salvatore e Guarany andavano di tavolo in tavolo a cercare d’intavolare rapporti, ci sono un bel pò di selfie. Renzi era inavvicinabile”, prosegue Bolla.
Bolla ricorda che in merito a Carminati, “ho iniziato ad incontrarlo in cooperativa alla fine del 2012. Ho chiesto a Buzzi: Carminati in che ruolo viene qui? E lui mi ha risposto: è un socio lavoratore”.
Carminati aveva rapporti “con Buzzi e Guarany. Parlava soprattutto con i dirigenti, ma la sua presenza era sporadica, solo negli ultimi tempi era più presente. Ha segnalato dei fornitori. Posti da affittare nel settore dell’accoglienza, case, palazzi. Carminati ha segnalato a Buzzi degli amici, dei piccoli costruttori, quindi anche a me, ma di tutti i posti che ha segnalato, che sono due o tre, nessuno andava bene: in un caso si trattava di un albergo all’Ostiense mentre le altre due strutture erano fuori Roma”, ha spiegato Bolla.

Indagini Mafia Capitale

Proseguono anche le indagini per accertare legami con la criminalità organizzata – Cosa nostra, Camorra ma soprattutto la ’ndrangheta calabrese – e coinvolgimenti di altri esponenti politici o funzionari di Comune e Regione Lazio.
Nei prossimi giorni saranno interrogati altri arrestati e indagati tra i quali il sindaco Gianni Alemanno, accusato di associazione mafiosa. Dal canto suo l’ex sindaco di Roma sostiene di “poter chiarire la mia posizione e smentire numerose millanterie compresa quella delle valigette piene di soldi portate in Argentina su cui fonti della Procura hanno specificato che non ci sono riscontri”. L’elenco delle persone da sentire è lungo, qualcuno sta già pensando di cominciare a collaborare.

C.D.